La spiaggia riservata alle bagnanti di fede musulmana riceve la benedizione dei parroci. Benchè scettici sulla possibilità concreta d’isolare una spiaggia dalle altre, non guardano con diffidenza al pudore di chi crede in un altro Dio. Anzi, c’è chi sostiene che “noi dovremmo imparare qualcosa da loro visto che se i musulmani eccedono da un lato, a volte noi eccediamo dall’altro”. Il riferimento, evidentemente, è a perizoma e topless, presenti in abbondanza sulle spiagge della Riviera.Don Romano Nicolini della Mater Admirabilis è il più diretto: “Fermo restando che la spiaggia è un bene pubblico, e tale deve rimanere, non vedo che problema ci sia ad attrezzare una zona per le esigenze dei turisti musulmani. Può sembrare eccessivo, agli occhi della nostra cultura, la loro determinazione a salvare il pudore e a coprire il corpo femminile, ma d’altra parte noi eccediamo in senso opposto. La Bibbia dice chi semina vento raccoglie tempesta . Credo dovremmo ricordarlo ogni volta che c’interroghiamo su determinati atti bestiali come le violenze sessuali. Invece di puntare il dito solamente contro il branco, dovremmo interrogarci sulla morale di una società che espone e mercifica il corpo femminile”. […]
Il testo integrale dell’articolo di stefania Parmeggiani è stato pubblicato sul sito del Corriere della Romagna