L’innocenza ritrovata degli spettri divini

«Per ora vediamo attraverso un vetro, oscuramente». Batou e Motoko sdraiati nel nulla misurano lo spazio della lontananza, sfiorano il fantasma dello spirito, l’esistenza artificiale dell’universo umano, bevono una birra aspettando che il Burattinaio muova i suoi fili nella rete (egli è la rete – l’incastro in cui loro stessi «sono», artificio di un’esistenza mancante, deviazione evolutiva, corpo del fantasma). È una scena slabbrata e magica del primo Ghost in the Shell, uscito nell’anno del centenario Lumière, il 1995. Sono passati nove anni prima che Mamoru Oshii portasse a termine il ritorno azzerato (è più un detour che un retour) del suo trattato filosofico in forma di cartone animato pre/post-apocalittico, Ghost in the Shell 2, Innocence (per il titolo italiano i distributori hanno deciso per un meno riflessivo e più «starwarsiano» L’attacco dei cyborg). Doveva essere – secondo le prime intenzioni del regista – «una storia d’amore tra un uomo che non ha un vero corpo e una donna che ha perso il suo» (quello stesso amore di cui parlano le mistiche medievali, Hadewijch, Angela da Foligno, Maria Maddalena de Pazzi, testimoni di uno spaesamento che parte sempre dall’esproprio di sé, esproprio fantasmatico per eccellenza, cecità, ascesi, e discesa ripida lungo le pareti mobili del desiderio). È diventato un affondo delle istanze teoriche del primo Ghost in the Shell (tratto anche questo da un manga di Masamune Shirow e ampiamente rimaneggiato da Oshii già in fase di riscrittura): teologia cyber, con-fusione uomo-macchina, in un ribaltamento reciproco e spietato dentro un presente dove solo i fantasmi vivono di uno spirito proprio e solo gli spiriti sembrano prendere davvero corpo. Il Burattinaio (sorta di spettro divino, una forma di vita artificiale evolutasi nella rete e resasi autonoma, «spirito fantasma», frutto di un programma segreto del governo) è il solo che possa disporre di una memoria, come di un puzzle strategicamente perverso, alla Lewis Carroll, in grado di giocare con la realtà del proprio (essere) sogno – scovare l’origine, esserlo, cambiare il mondo, trasformare la vita (non più o non solo in immagine). […]
L’articolo completo è apparso sul sito del Manifesto
Per gli appassionati del Sol Levante ci sono anche altri titoli a tema religioso da mettere in lista: tra gli altri il manga Angel Sanctuary e l’anime Neon Genesis Evangelion.

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