In chiesa, a pregare per Fidel

Davanti alla Cattedrale di San Cristobal ci sono tre poliziotti. Non fanno domande, non molestano i fedeli, ma chiunque entri deve passare tra i loro sguardi. […] Il Cardinale si rivolge ai fedeli e sollecita: «Per la salute del presidente Castro, preghiamo». La Chiesa, circondata dal sole tropicale che comincia a soffocare, obbedisce con un sussurro: «Preghiamo». «Per le persone con responsabilità di governo, affinché trovino la giusta via, preghiamo». Ancora un sussulto dalle navate: «Preghiamo». La perpetua, che vende la rivista diocesana «Palabra Nueva», allarga le braccia: «Cosa dovremmo fare, pregare forse per la morte di Castro? Io sono cattolica e non mi intendo di rivoluzioni. Però posso pregare per la salute e la conversione di chiunque». Anche di un ex allievo dei gesuiti, che dopo una vita di sfide si sta misurando con la propria mortalità. Juan, un banco dietro alla perpetua, bisbiglia un’altra verità: «Io prego per la salute di Fidel, perché quello che viene dopo di lui potrebbe essere anche peggio. Il fratello Raul è ancora più estremista. Con lui al potere, chissa se fra qualche domenica potremo ancora tornare qui ad inginocchiarci». […] Poi ci prende da un lato e spiega: «Dobbiamo fidarci di Dio e pregare per la pace a Cuba. La Chiesa non può prendere posizioni politiche, però sarà presente e vigile in questo momento, come lo è sempre stata in tutta la storia del Paese». Lui non si aspetta un cambiamento immediato, anche se Castro dovesse morire e quindi deve badare a proteggere i fedeli. Deve difendere quei pochi privilegi strappati dopo il viaggio di Giovanni Paolo II, e confermati dalle recenti visite dei Cardinali Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e Bertone, nuovo Segretario di Stato che ha incontrato anche Fidel. […] Per ora la perpetua e Juan si accontentano di inginocchiarsi la domenica nella Cattedrale, anche se devono passare fra gli sguardi dei poliziotti: «Quando ero ragazzo, questo era quasi un reato. Speriamo che non torni ad esserlo».
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