«C’è un aspetto etico che mi preme: la scienza medica non può e non deve essere al servizio della politica». In realtà ci sono troppi conti che non tornano nella testa di Francesco Cognetti, 55 anni, oncologo, una vita dentro l’Istituto Regina Elena di Roma, cinque anni come direttore scientifico di questo che è il nostro istituto dei tumori nazionale. Da oggi, però, sarà una donna a prendere il suo posto, Paola Muti, ricercatrice epidemiologa. Un cambio di guardia che ha suscitato un vespaio di polemiche e contro il quale Francesco Cognetti ha fatto, e perso, un ricorso al Tar. Adesso ha riprovato con il Consiglio di Stato. E in attesa della sentenza sembra proprio non riuscire a farsene una ragione di questa scelta voluta e portata avanti con decisione dal ministro Livia Turco. […] «Quando sono stato convocato dal ministro Turco le ho chiesto il perché di questa scelta. Le ho chiesto se avesse valutato i parametri oggettivi e internazionali per fare questo cambio, questa nuova nomina. La verità è che mi sembra non avesse fatto nulla di tutto questo». E allora? La voce di Francesco Cognetti si assottiglia: «Livia Turco mi ha detto che doveva cambiare il direttore scientifico per motivi di discontinuità, serviva un cambiamento secondo lei. E poi per le quote rosa. Sì, voleva una donna, secondo me si era innamorata dell’idea delle quote rosa. Eventuali raccomandazioni per Paola Muti? Non ne ho idea». […] Ed in effetti è stata bipartisan la solidarietà che è arrivata all’oncologo, con il ministro Antonio Di Pietro e il presidente della regione Calabria Agazio Loiero, ma anche con Daniele Capezzone e il sindaco diessino Walter Veltroni. […]
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