Dopo l’indulto, cattolici sempre più impegnati

Si è chiusa una settimana difficile per l’associazionismo cattolico che ha vissuto in prima fila l’emergenza indulto. Le scarcerazioni, fortunatamente scaglionate, hanno messo a dura prova una rete solida composta da volontari, associazioni parrocchie, cappellani, Caritas diocesane, servizi sociali. Sono infatti uscite dalle galere italiane circa 7000 persone: un migliaio di italiani senza casa né lavoro e 4500 immigrati che verranno espulsi. Per oltre 5000 ex detenuti, quindi. l’alternativa alla strada sono stati i servizi di prima accoglienza offerti in buona parte dalla comunità cristiana. […] Intanto nessuno è rimasto a guardare ed è partita in tutta Italia una vera e propria maratona della carità grazie alla scelta di centinaia di volontari e operatori di rimandare o annullare le ferie.
A Padova, la pastorale cittadina della diocesi e la Caritas diocesana si sono coordinate per dare un pasto e un tetto dove dormire. Per finanziare i servizi extra hanno coinvolto le parrocchie, chiedendo un’autotassazione per garantire in agosto la distribuzione di 500 buoni pasto da utilizzare alla Cucine economiche popolari e 100 buoni notte per alcune strutture civiche. […] «L’impreparazione e la fretta rischiano di vanificare l’indulto – commenta don Marco Pagniello, direttore della Caritas di Pescara- si doveva seguire l’esempio di Roma, dove ai detenuti è stato consegnato un kit, qualche soldo e un vademecum in varie lingue per orientarsi. Tra qualche settimana c’è il rischio che questi tornino dentro». […]
Fonte: Avvenire.it

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