Stravolgere i codici della natura

Date irrevocabilmente per morte vent’anni fa, le ideologie pare stiano sperimentando una nuova giovinezza, rianimate dal deflagrare di questioni dalle dimensioni inattese. Si pensi solo che la “fine delle ideologie”, pronosticata già negli anni Cinquanta come introduzione a un’età dell’oro priva di identità e prodiga di benessere, pareva giunta a compimento con la caduta della cortina di ferro nel 1989. La storia ha sinora provato l’esatto contrario. A un catalogo di visioni dell’uomo ne succede pragmaticamente un altro, che prende forma come risposta più o meno adeguata alle nuove sfide. Al centro oggi di un simile scenario è la “questione bioetica”. I grandi interrogativi sulla vita si stanno rivelando come un formidabile propellente per il motore di nuove ideologie che hanno la stessa pretesa di sempre: creare daccapo la società e l’uomo, liberandoli dalle zavorre del passato. Quello bioetico – come per altri versi quello della famiglia – è un fronte sul quale la ricomparsa delle ideologie sta svelandosi con tutta evidenza […] I grandi nodi etici con i quali facciamo i conti ormai a cadenza quotidiana, e che sfidano sensibilità e valori millenari, vengono infatti aggrediti da una variegata élite politica e intellettuale come fossero il caposaldo decisivo da espugnare sulla strada di una nuova era della nostra civiltà. Fateci caso: quando si esce dal tecnicismo dei singoli temi, i sostenitori degli “strappi” sulla vita finiscono per motivare la loro insistenza con la necessità di uscire da un’epoca oscura di arretratezza e di sottomissione al pregiudizio per guidarci verso una radiosa frontiera di libertà. È il perenne spartito suonato dalle ideologie di ogni epoca, oggi non più catalogate sotto le etichette che ci sono familiari […] La pretesa di ogni ideologia è puntualmente quella di spazzare il campo da ogni antropologia preesistente: e siccome da duemila anni la visione cristiana dell’uomo occupa il centro della scena, e resiste a ogni pur violento tentativo di liquidazione, è proprio l’umanesimo nato dal Vangelo il bersaglio anche di questi nuovi disegni, che si fanno forti non più delle ragioni della politica e dell’economia in quanto vestono i rassicuranti camici bianchi della scienza e della medicina. […] i nuovi ideologi, come i loro colleghi di ogni epoca, non contemplano dissensi. Al solito, l’ideologia si contrabbanda come esigenza della storia, conseguenza inevitabile dei fatti. La scienza, che l’ideologia nell’era delle grandi questioni etiche usa come scudo, è invece piegata a un ben determinato progetto di sistema sociale e di uomo, e dunque rischia di divenire strumento ideologico essa stessa. È solo se si allarga lo sguardo sino a scorgere questo affiorare di un complesso sistema ideologico costruito meticolosamente nel terreno della bioetica […] che è possibile sfuggire all’ovvia tentazione di leggere le ripetute battaglie sull’uso degli embrioni nella ricerca o sulla pillola abortiva, sul testamento biologico o sul ricorso liberalizzato alla provetta, come confusi sintomi di un male ignoto, singoli episodi di un film senza trama. La trama c’è, ma chi l’ha congegnata sta bene attento a non svelarla.
Fonte: Avvenire

Archiviato in: Generale