Ammetta l’errore prima che qualcuno organizzi una petizione per il suo trasferimento, avverte Ciccioli. Non è il Vescovo, ma la Curia intera a essere una camarilla di comunisti antiberlusconiani, osserva Bugaro. La nomina di Vito D’Ambrosio nel Consiglio pastorale diocesano da parte dell’arcivescovo di Ancona-Osimo Edoardo Menichelli sembra scaldare le stanze della destra anconetana più del sole d’agosto. Ad An e Fi non va proprio giù. Perché, sembrano sottolineare le dichiarazioni, sarà un buon cristiano, ma non è possibile svestire il magistrato, ex presidente Ds della Regione Marche per 10 anni prima di Spacca, dei panni politici. Nomina «inopportuna», la definisce Giacomo Bugaro di Fi, «viziata da una questione di opportunità, prestandosi a interpretazioni vista la colorita politica del personaggio in questione che mettono in imbarazzo chi nella chiesa vede un unico grande scopo: la diffusione del messaggio di Dio». Posizione allineata a quella del capogruppo An Carlo Ciccioli, «sconcertato». […] Poi invita monsignor Menichelli a una «sincera riflessione autocritica su un errore in cui chiunque, speriamo in assoluta buona fede, può incorrere e cristianamente può riparare in quanto tutta la dottrina cattolica è ispirata al ravvedimento e al perdono». […]
Il testo integrale dell’articolo di Claudia Gentili è stato pubblicato sul sito del Messaggero