Mire CEI sull’editoria cattolica

[…] Il direttore dell’«Osservatore romano», Mario Agnes, alla guida del quotidiano della Santa sede ormai dal lontanissimo 1984, sembra arrivato alla fine della sua avventura. Ma in questo caso chi giudica superato un giornale che sarà pure molto freddo, autoreferenziale e autocelebrativo, ma è sempre rimasto la voce ufficiale e più autorevole del mondo cattolico non va cercato in Vaticano, quanto nella Conferenza episcopale italiana. Che è ormai titolare di un piccolo impero multimediale nel quale ci sono una tv, Sat 2000, una rete radiofonica, In blu, e soprattutto il quotidiano Avvenire che, con la trasformazione dell’Osservatore in una testata d’opinione (una specie di Foglio vaticano), potrebbe conquistare il rango di primo organo di stampa cattolico. Ad aumentare la potenza di fuoco della Cei, tenacemente legata a un tanto costoso quanto misterioso «progetto culturale» fondato sull’idea che la Chiesa sia come i media la rappresentano, potrebbe presto arrivare anche Famiglia cristiana, edito dai Paolini, il più diffuso settimanale cattolico. Dopo molte polemiche interne (cominciate già a metà anni 90) sulla gestione della testata, e vista una pesante mancanza di vocazioni, i paolini appaiono decisi a passare la mano e a cedere Famiglia cristiana a qualche gruppo editoriale della Cei.
Che la rileverà non appena la mancanza di investimenti e la progressiva perdita di copie renderà il prezzo più interessante per il futuro acquirente. Nel frattempo la gloriosa rete di giornali e settimanali diocesani, costretti a lasciare buona parte dei sussidi culturali dell’8 per mille ai media della Cei, continua a resistere, anche se rischia di entrare in agonia. […]
Il testo integrale dell’articolo di Angelo Custode è stato pubblicato sul sito di Panorama

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