“Un uomo solo, che crede profondamente nel Corano”. Così l’avvocato Alberto Bordone descrive Mohammed Saleem, 55 anni, il cittadino pachistano che ha ucciso la figlia ventenne Hina. […] L’avvocato ha anche spiegato che il rapporto con la figlia Hina era molto complicato, in particolar modo a causa delle idee religiose di Saleem. “Il mio assistito crede profondamente, segue con scrupolo tutte le leggi del Corano e sta rispettando il momento di preghiera. Le sue idee religiose sono profondamente radicate. Molto diverse dalle nostre. Anche io fatico a capire. Servirà tempo per poter arrivare a capo della vicenda”. […] E della vicenda ieri ne ha parlato anche il ministro dell’Interno Giuliano Amato: “Il caso della ragazza pachistana uccisa dal padre insegna molto ai fini della cittadinanza, perché è evidente che non basta chiedere l’adesione ai valori della Costituzione”, ma bisogna che ci sia un’adesione anche a diritti “fondamentali come il fatto che la donna si rispetta secondo regole che io considero universali”. Il ministro ha quindi aggiunto che un diritto da considerare universale è il fatto che “la donna ha il diritto di scegliere la sua vita e il matrimonio combinato noi lo abbiamo abbandonato alcuni secoli fa”. Il fatto dunque che per accedere alla cittadinanza ci debba essere una piena adesione a questi valori “è un problema che dovrà essere affrontato bene”.
Fonte: Repubblica.it