Omicidio di Hina: la parola alla comunità pakistana

[…] Sajid Shah, il portavoce della moschea di viale Piave, non si nasconde, ma un po’ lo vorrebbe: «Dopo il fallito attentato di Londra, dopo l’omicidio di Hina non è facile per noi…». Ai tavoli di un Kebab indo pachistano di piazza Cremona cerca di spiegare quello che sta provando in questi giorni la più grande comunità di stranieri della città di Brescia. […]
Il padre di Hina ha giustificato l’omicidio con il Corano…
«La religione non c’entra. Nessuna religione al mondo può giustificare questa atrocità».
Il taglio della gola con il coltello, il sudario in cui è stato avvolto il corpo… Non fanno parte di un rituale?
«Chi parla di un rito sacrificale vuole strumentalizzare questa vicenda. È solo una storia di ignoranza e di litigi che sono andati avanti anni».
Dal giorno dell’omicidio a quando si è consegnato sono passati due giorni. Qualcuno della comunità ha aiutato il padre di Hina?
«L’aria per lui non è mai stata favorevole. Non ha trovato appoggi nemmeno tra i suoi amici. Se si è costituito è proprio perchè è stato costretto. Deve essersi reso conto di essere rimasto solo. Facciamo appello anche all’altra persona, all’altro zio che è ancora ricercato. Vogliamo che si costituisca anche lui. Quello che ha fatto è contro la nostra comunità. La comunità pachistana è pronta a dare una mano alla giustizia. E un altro appello vogliamo farlo ai nostri concittadini italiani».
Per dire cosa?
«Per dire che i pachistani non sono così. Che non è stato un fatto religioso e culturale. Casomai è solo il culmine di uno scontro generalzionale. Fatti come questi non possono frenare l’integrazione. I nostri figli frequentano le vostre scuole. Integrazione vuol dire dare e ricevere». […]
Lei ha figlie? Come vorrebbe che fossero da grandi? «Ne ho una. Vorrei che diventasse una brava donna».
Anche una brava musulmana? È quello che ha fatto esplodere il padre di Hina…
«Non ci sono attenuanti, non ci sono giustificazioni per quello che ha fatto. Quale genitore non ha difficoltà a educare i propri figli? Se non era d’accordo con le scelte di Hina, poteva tagliare ogni contatto, non ucciderla». […]
Fonte: lastampa.it
Se veramente pensa che “integrazione è dare e ricevere”, il signor Shah non dovrebbe mai consigliare a un padre di tagliare ogni contatto con una figlia. Dovrebbe invece consigliare di rispettarla, anche se non la pensa come lui. E probabilmente si vedrà a sua volta rispettato dalla figlia. Dare e ricevere. In famiglia, in Italia, nel mondo.

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