«Spetta all´Europa oggi nella definizione della sua funzione nel mondo farsi carico di come estendere un dialogo e costruire la pace fra i paesi, facendo perno sui diritti umani delle donne, nei confronti dei quali non è permesso alcun relativismo etico». Commentando la vicenda di Hina, il ministro dei Diritti e Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, diesse, lancia un monito: non si deve parlare di guerre di civiltà, ma di guerre all´interno delle varie civiltà. Ministro, quale è la sua riflessione sul caso Hina?
«Sono colpita dall´enormità di questo dramma, di una ragazza uccisa con quella brutalità premeditata per una scelta d´amore, di libertà e di coraggio. E lei è il simbolo delle tante Hina nel mondo: sono milioni e milioni le donne che subiscono violenze e stupri, fino alla perdita della vita. Nella stessa Europa la prima causa di morte tra i 16 e i 60 anni è la violenza». […]
Solo per fare un esempio, in Italia fino al 1981 esisteva una legge che riduceva di un terzo la pena per i delitti d´onore: L´assassinio di Hina da parte del padre è sintomatico della cultura dell´Islam o piuttosto c´è una cultura maschilista che è ancora oggi diffusissima in tutte le parti del mondo?
«Il fanatismo ideologico e religioso e il fondamentalismo maschilista hanno attraversato nei millenni tutto il pianeta, compresa l´Europa. Il dato di fondo con cui fare i conti è che nelle civiltà e fra civiltà la libertà e la dignità femminili da sempre hanno segnato e segnano le evoluzioni e le involuzioni». […]
Il testo integrale dell’intervista di Wanda Marra a Barbara Pollastrini è stato pubblicato sul sito internet dell’Unità
Il problema è che le stesse religioni sono quasi tutte maschiliste, seppur con modalità e intensità diverse: per questo motivo il fanatismo religioso viaggia sempre a braccetto con certe mentalità patriarcali. Pensare di sradicare il maschilismo senza una robusta iniezione di laicità e senza valorizzare i fenomeni di secolarizzazione è, alla prova dei fatti, puramente velleitario.