Hina e la cittadinanza difficile

Che cosa pensa del delitto d’onore? Secondo lei la donna deve obbedire al marito? E se invece disobbedisce, il consorte può picchiarla? Che cosa pensa di un uomo che, in Germania, ha due mogli al tempo stesso? Come reagirebbe se suo figlio le confessasse di essere omosessuale e di voler andare a vivere con un uomo? Queste sono soltanto alcune delle trenta domande del test introdotto all’inizio di quest’anno, sollevando un putiferio, nello Stato tedesco di Baden-Württember e rivolto agli stranieri che richiedono la cittadinanza tedesca. Il delitto d’onore, la condizione subalterna della donna, la poligamia e l’omosessualità sono alcuni dei nodi cruciali dell’Islam in Europa. Al centro del dibattito vi sono le discriminazioni contro le donne, perpetrate in nome della religione anche quando vivono nel Vecchio continente, dove i figli sono spesso cresciuti in modo diverso: i maschi sono autorizzati a fare le ore piccole e poco importa se si accompagnano a ragazze bianche considerate di facili costumi, mentre le femmine devono stare a casa e comportarsi da buone musulmane. […] Un nodo difficile da districare resterà la libertà sessuale. Secondo il diritto islamico, Hina, la ragazza di Brescia uccisa dal padre pakistano, ha commesso il reato di zina, un termine che indica la fornicazione in tutte le sue forme. Secondo la sharia, la ragazza è colpevole di avere avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. Per questo reato il Corano prevede un certo numero di frustate, mentre la Sunna (la Tradizione del profeta Maometto) contempla la lapidazione. Fortunatamente, queste norme non trovano sovente applicazione e quindi non tutte le musulmane che hanno rapporti sessuali fuori del matrimonio sono condannate a morte. Detto questo, il concetto di onore non è soltanto prerogativa del mondo islamico né delle società arretrate, come ci verrebbe da pensare in un momento di amnesia collettiva. […] Infine, non dimentichiamo le responsabilità degli italiani. In questo periodo di transizione e di apprendimento da parte degli immigrati, per gli italiani sarebbe opportuno fare uno sforzo per conoscere i loro usi e costumi. Attraverso trasmissioni televisive e radiofoniche, incontri nelle scuole e negli spazi pubblici. Solo così gli uomini italiani che decideranno di corteggiare una ragazza cresciuta in un’altra cultura si renderanno conto dei rischi che le fanno correre scegliendo di andare a convivere (per quanto la convivenza sia molto diffusa in Italia) anziché procedere, come farebbe un uomo serio ma forse d’altri tempi, ad una decorosa proposta di matrimonio.
Il testo integrale dell’articolo di Farian Sabahi è stato pubblicato sul sito della Stampa

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