La sedicesima conferenza internazionale sull´Aids di Toronto si chiude con poche novità e la consapevolezza che sarà decisivo realizzare un approccio globale contro l’Aids, basato sull’accesso ai farmaci per tutti ma anche sulla prevenzione e un cambiamento sociale e culturale. «Da una fase di eccezionalità di deve passare ad una fase più costruttiva», ha detto Peter Piot, direttore del programma delle Nazioni Unite per la lotta contro l’Aids (Unaids). «Per i prossimi 25 anni – ha osservato – la sfida fondamentale sarà avere un approccio su larga scala. Si dovrà proseguire sui binari della ricerca e del cambiamento sociale, non con interventi eccezionali, ma sarà cruciale avere programmi duraturi». […] L’Italia è l’unico Paese del G8 a non avere una rappresentanza al congresso. «L’Italia si trova in una situazione imbarazzante rispetto al problema dell’Aids e forse non vuole prendere una posizione», dicono i rappresentanti delle Ong, pochi tra medici e ricercatori, intervistati in un articolo del Corriere Canadese di Toronto. «L’Italia non ha adempito alla promessa di contributo al Fondo Globale – affermano Iacopo Viciani e Eleonora Tantaro, attivisti di ActionAid International -. Non ha ancora versato 20 milioni di dollari per il 2005 e 130 milioni di dollari per il 2006. Nonostante il viceministro degli Esteri, Patrizia Sentinelli, che ha la delega alla Cooperazione e allo sviluppo, abbia dichiarato che la donazione sia una priorità, di fatto non è stata messa a bilancio». […]
Fonte: l’Unità online