«Le donne musulmane vivono nel terrore»: è la denuncia di Souad Sbai, presidente della Confederazione dei marocchini in Italia, in una lettera indirizzata al ministro dell’Interno Giuliano Amato. Nella missiva la nota attivista marocchina per i diritti delle donne musulmane chiede la convocazione della Consulta islamica per affrontare con urgenza il tema delle violenze subite dalle donne islamiche del nostro paese. «I documenti vengono loro sottratti dai mariti o padri all’arrivo in Italia – denuncia la Sbai – o peggio ancora non viene richiesto per loro il rinnovo del permesso di soggiorno, per ridurle alla clandestinità e impedire qualsiasi denuncia da parte loro per maltrattamenti o violenze subìte. Inoltre molte donne minori musulmane devono ancora subire la malvagità del rimpatrio forzato appena raggiunta l’età del matrimonio, 14-15 anni. Esse sono obbligate dai genitori, contro la loro volontà, al ritorno nel paese d’origine e divengono vittime di matrimoni combinati». Secondo la Sbai, si vuole impedire a queste ragazze di diventare italiane, processo che invece dovrebbe avvenire non solo attraverso il mero ottenimento della cittadinanza, ma grazie alla condivisione dei valori di libertà e democrazia della cultura occidentale.
Fonte: BresciaOggi