L’accusa, o la battuta che – accennata già tre anni fa e ripresa l’anno scorso – George W. Bush ha recentemente rilanciato («Fascismo islamico»), non è certo farina del suo sacco. Pensata, o almeno coniata nel 2003 dal saggista americano Paul Berman (Terrore e Liberalismo), è condivisa, grosso modo, da neo-con della sinistra anglosassone come Michael Walzer, Christopher Hitchens, Daniel Pipes, o, con altra consistenza e virulenza, fra noi europei, dal filosofo francese Bernard-Henry Lévy e dalla saggista fiorentina Oriana Fallaci. […] Codesta «formula», per la sua infondatezza storica e culturale, andrebbe confutata con pari forza e rigore. Per almeno quattro ragioni. […] 4) Il fascismo – e questo è fondamentale – per sua natura è intrinsecamente ateo: a Dio sostituisce il dover essere ciascuno un individuo eccezionale, un «eroe». Questo culto dell’eroismo si salda al culto della morte: è un caso che il motto dei falangisti fosse «Viva la muerte»? […]
Il testo integrale dell’articolo di Raffaele Iorio è stato pubblicato sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno
Dopo il nazismo ateo, è ora il turno del fascismo ateo. Restiamo in fiduciosa attesa dei sostenitori della tesi dell’Inquisizione atea: secondo le nostre previsioni, non dovrebbe mancare molto.