Gentile direttore, qualche millennio avanti Cristo, un autore biblico, attribuiva a Dio un disegno crudelissimo: fingere di volere il sacrificio di Isacco, per mettere alla prova la fede del padre. «Su, prendi tuo figlio, il tuo diletto che tu ami, Isacco, e va’ nel territorio di Moria, ed offrilo ivi in olocausto su di un monte che io ti dirò» (Gn 22,2). Abramo obbedì, andò sul monte, legò Isacco, e lo depose sull’altare sopra la legna. Avrebbe scannato con un coltello il suo figliuolo, se non fosse intervenuto un angelo di Dio. Il Signore fingeva, ma in tal modo Abramo, per mostrare la sua fede, fu costretto a stravolgere un legame naturale; a diventare un padre snaturato. L’episodio, letto alla luce del vangelo come figura del sacrificio di Cristo, era anche una condanna della prassi orientale di sacrificare i bambini per l’inaugurazione di un palazzo (i sacrifici di fondazione). E’ passato un tempo infinito, eppure c’è ancora chi scanna con un coltello la figlia, non per obbedire ad un comando del Signore, ma per motivi d’onore.
La lettera di Francesca Ribeiro è apparsa sul Tempo di oggi