Il problema della definizione di ‘persona’

Mi intrometto nel dibattito avviato da un post di qualche giorno fa. Con un accenno riguardo alla definizione filosofica di persona e ai problemi sollevati dalla distinzione essere umano-persona-individuo. A questo post ne seguirà presto un altro sulla posizione estrema di Michael Tooley, che offre spunti interessanti per la discussione.
Persona
La questione di quando si comincia ad essere persone è una questione squisitamente morale. Anche Charles Darwin ne aveva una lucida consapevolezza: la possibilità di indicare il punto in cui ha inizio una vita umana non si dà nella natura (qualunque cosa stia ad indicare ‘natura’: biologia, fisica, genetica), ma è una questione di valore. Non c’è alcuna speranza di scoprire un segno rivelatore, un salto nei processi vitali dotato di un qualche valore. […] l’affermazione che la vita umana comincia nel momento dell’incontro tra un ovulo e uno spermatozoo è problematica. In un certo senso tale affermazione è addirittura falsa, in quanto sia l’ovulo che lo spermatozoo sono già vivi prima del concepimento. Si può facilmente concedere ai sostenitori di tale posizione che vogliano intendere che il concepimento sia l’inizio di un nuovo essere umano specifico: ma anche questa tesi può essere criticata. In primo luogo ci si trova di fronte a un possibile inganno, perché sono molte le cose che possono incominciare al concepimento. […] In secondo luogo, un ovulo fecondato non è ancora un ‘singolo nuovo essere umano’, perché fino a due settimane dopo il concepimento può incorrere in una divisione gemellare, che può dare origine a due individui, invece che ad uno. […] Vi è infine una terza questione: se l’ovulo fecondato in vitro di Louise Brown (nella foto insieme ai genitori) è considerato già Louise Brown, anche l’ovulo non fecondato era Louise Brown, dal momento che si sapeva che l’ovulo sarebbe stato fecondato di lì a poco. […] Determinare l’esatto inizio della vita personale è evidentemente difficoltoso; abbracciare la tesi secondo la quale ha inizio con il concepimento sembra implicare il rischio di dover considerare persone ovuli umani non fecondati, spermatozoi, un tessuto, una cellula, il cordone ombelicale e di dare loro lo stesso peso giuridico di un individuo adulto. Un altro cattivo argomento sostegno dell’attribuzione dello statuto di persona al concepito consiste nell’invocare Dio come garante di questa verità indiscutibile, un po’ come lo si invocava quale dimostrazione definitiva dell’immortalità o dell’esistenza dell’anima. Garante e allo stesso tempo padrone di ogni esistenza. Secondo questa tesi è Dio che decide l’avvio di ogni nuova esistenza caratterizzata da un’anima e da una identità precisa, in altre parole è già vita personale inalienabile.

Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica

 

Un commento

Gio

Perchè i cattolici hanno già tirato le conclusioni riguardo a questo dibattito filosofico? Perchè??
(Domanda retorica)

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