Incuranti delle critiche cinesi, migliaia di mongoli hanno accolto il Dalai Lama, giunto ieri nel paese, per un viaggio di 8 giorni. Pechino ha criticato pubblicamente la scelta di ospitarlo e ha bloccato i voli per la Mongolia. Il capo del buddismo tibetano si è recato anzitutto al monastero di Gandantegchenlin, il maggior centro del buddismo in Mongolia. Di fronte al tempio Janraiseg, la pagoda più grande del monastero, egli ha benedetto la folla che lo osannava. “Dobbiamo puntare su un’educazione moderna – ha detto il Dalai Lama – ma non dobbiamo dimenticare le nostre tradizioni e costumi”. Il capo tibetano ha osato fare un paragone fra Mongolia e Tibet: “Molti anni fa la Mongolia era simile al Tibet e i cittadini di entrambi i Paesi erano barbari. Ma dopo l’educazione e l’apprendimento, siamo cresciuti, diventando gli Stati di adesso”. […] Il Dalai Lama, fuggito dal Tibet occupato militarmente dai cinesi nel 1959, continua a domandare per il Tibet una sorta di autonomia, pur rimanendo legato alla Cina. Ma la proposta è rifiutata da Pechino. […]
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