«La sacralità del luogo dove i fatti sono avvenuti, la banalità della motivazione e la ferocia con cui Chamila si è accanito su Elena Lonati, che era svenuta ma ancora viva, sono gli elementi che più colpiscono nel delitto Lonati». È quanto ha dichiarato oggi il procuratore di Brescia, Giancarlo Tarquini, illustrando alla stampa i particolari relativi all’omicidio di Elena Lonati, avvenuto lo scorso 18 agosto, finora desunti dalla Procura di Brescia grazie anche al lavoro del Nucleo operativo e della Compagnia di Brescia dei carabinieri. Per l’omicidio della giovane, di cui oggi sono stati celebrati i funerali nella chiesa di Santa Maria a Mompiano, è sotto accusa il 24enne cingalese Wimal Chamila Kumara, noto a tutti come Camillo. […] «La povera ragazza è stata stretta in posizione fetale – ha puntualizzato Tarquini -. Poi con estrema forza il nastro adesivo le è stato passato su tutto il corpo in quello che è diventato un “impacchettamento micidiale”, che non ha escluso il collo, stretto con più passaggi. Non vi era necessità di usare il nastro come una corda. Questo tipo di avvolgimento fa pensare a una volontà omicidiaria».  […]  Giancarlo Tarquini, questa mattina al comando provinciale dei carabinieri di Brescia, ha parlato anche di un ritardo nel denunciare i fatti dovuto all’incredulità da parte di padre Cesare Verzelletti, parroco di San Gaudenzio, che ha aspettato fino alle 19 a denunciare i fatti ai carabinieri.  […]  Al termine della cerimonia funebre Tarquini e il pm Reggiani hanno effettuato nuovi sopralluoghi nella chiesa in cui è avvenuto l’omicidio e nella mansarda che la parrocchia aveva messo a disposizione di Chamila. Secondo Tarquini, «il sopralluogo in chiesa è stato molto utile per capire il movente». Il magistrato non ha però voluto aggiungere altro.
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