Ci sono bombe in picchiata, con impressa la stella di Davide. C’è un Adolf Hitler che sorride nascosto dietro al presidente degli Stati uniti George Bush. In molti disegni ricorre l’aquila con lo stemma delle SS naziste affiancato dalla stella di Davide. Israele è rappresentato come un vampiro che succhia il sangue dei palestinesi. […] Sono ripetitive, le vignette esposte nella mostra «Olocausto», inaugurata lunedì scorso a Tehran nella sede del Museo d’arte contemporanea palestinese, che con l’occasione diventa museo permanente. D’altra parte, la mostra sembra avere più impatto sulla stampa internazionale che tra il pubblico iraniano: dopo l’inaugurazione, a cui erano presenti alcune decine di persone incluse numerose autorità, l’esposizione non richiama certo grandi folle. Inaugurata incidentalmente l’indomani di tregua in Libano, la mostra è la risposta iraniana alle vignette blasfeme su Maometto pubblicate l’anno scorso in Danimarca e poi in molti giornali europei. In febbraio il quotidiano Hamshahri («il cittadino»), bollettino ufficiale del comune di Tehran, aveva lanciato un concorso internazionale di vignette sul tema «Perché il popolo palestinese dovrebbe pagare per l’Olocausto?». Hamshahri sostiene che questa mostra è una «verifica» della tolleranza occidentale sul tema dell’uccisione di 6 milioni di ebrei compiuto dai nazisti nella seconda guerra mondiale. Masoud Shojai, direttore della Casa del fumetto, ha annunciato che la giuria ha esaminato 1200 vignette ricevute da 61 paesi compreso gli Stati Uniti, Italia, Cuba, Indonesia e Siria. Di queste, sono esposti 204 disegni arrivate dall’Iran e dall’estero. Shojai ha accusato l’occidente di tenere un «doppio standard» nella libertà d’espressione: si può scherzare sul Profeta, ma «sollevare dubbi sull’Olocausto è vietato». […] Un giovane visitatore dice che «sono venuto più che altro per conoscere meglio le radici dell’Olocausto e punto di partenza dello stato di Israele. avevo sempre avuto dei dubbi sull’invenzione storica del vittimismo ebreo, e le dichiarazioni del nostro presidente mi hanno convinto». Una spettatrice ripete: «Chi non sa nulla dell’Olocausto, nel vedere questi disegni si renderà conto che è una menzogna». La mostra continua fino al 13 settembre. 12.000 dollari saranno il premio del primo vincitore, che sarà annunciato il mese prossimo. Il luogo della mostra è vicino all’Ambasciata delle Autorità Palestinesi, che prima della rivoluzione islamica del ’79 era la sede diplomatica di Israele.
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