[…] c’è una barca a vela che merita assolutamente di essere segnalata tra le cronache di quest’estate. È il mezzo che un gruppo di ragazzi francesi, guidati da alcuni gesuiti con la passione per il mare, hanno scelto come sede apparentemente inconsueta per una settimana di esercizi spirituali. Il primo “equipaggio” ha issato le vele sulla costa atlantica. Altri, in autunno, si spingeranno fino a Marsiglia. Grazie allo skipper esperto, non dovrebbero trovarsi a rivivere un po’ troppo in prima persona il brano evangelico della tempesta sedata. Ma le loro giornate in mare sono aperte a tutte le altre pagine della vita di Gesù. È proprio l’incontro con la Bibbia, infatti, il cuore di questa esperienza. Si salpa con a bordo solo l’essenziale, si getta l’ancora rigorosamente lontano dal frastuono. Perché di una vacanza dello spirito si tratta. […]Ma gli esercizi spirituali in mare sono soprattutto un ritorno al Vangelo. Aiutano a riscoprire il contesto di alcuni racconti ascoltati tante volte, ma forse oggi un po’ troppo svuotati di quella forza che solo l’esperienza fisica del mare può aiutare a ritrovare.[…] La barca e il mare come parabola evangelica per eccellenza, dunque. Col loro muoversi lento, lontano dal ritmo affannato che proprio domenica scorsa Benedetto XVI, riprendendo le parole di san Bernardo, citava per metterci in guardia dal pericolo dell’attivismo. Andare per mare, infatti, significa anche riscoprirsi piccoli di fronte al creato. Lasciarsi portare dalle onde e dal vento, che non siamo noi a dominare.[…]
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