Le autorità cinesi hanno vietato i «funerali a luci rosse» che ultimamente avevano preso piede nelle contee di Donghai e Lianyunggang, nella provincia del Jiangsu. Cinque persone sono state arrestate. Il caso era stato portato all’attenzione pubblica dalla televisione statale cinese. In un servizio si parlava dei funerali del Jiangsu, una provincia a maggioranza contadina, nei quali, secondo un’antica tradizione, più persone partecipano alle esequie maggiore è l’onore del defunto. Per attirare una gran quantità di persone, alcuni organizzatori hanno pensato di inviare ai funerali ragazze che si spogliano e ballano sensualmente con serpenti, talvolta anche coinvolgendo in attività poco consone alla situazione gli uomini che vengono attratti dallo spettacolo gratuito: pagava la famiglia del morto. Nel corso del funerale di un contadino lo scorso 16 agosto si erano recati a vedere lo spogliarello 200 persone. Le autorità hanno inoltre istituito un numero telefonico gratuito per denunciare i «funerali proibiti», promettendo anche una ricompensa di 300 yuan (circa 29 euro). Inoltre da ora in poi per dare il permesso alle esequie, i parenti del defunto devono rendere noto «il programma del funerale» entro dodici ore dal decesso. Il giro d’affari era notevole: le ragazze prendevano 200 yuan a spettacolo (19,50 euro), mentre un organizzatore lo scorso anno è riuscito a raccogliere 200 mila yuan (oltre 19 mila euro).
Lingue disponibili
Articoli recenti
- Quando la profezia non si avvera
- La clericalata della settimana, 45: il Liceo statale Corbino di Siracusa espone reliquie di santa Lucia
- Alluvioni in Emilia-Romagna: 77 elettori su 100 vogliono che Regione e Comuni usino i fondi dell’8×1000
- Educazione civica – come sfruttare le nuove linee guida
- Buone novelle laiche
- La clericalata della settimana, 44: il senatore Ignazio Zullo (FdI) presenta la conferenza anti-aborto