Il cattocomunismo che mette in croce un Pontefice Santo

Che San Pio X non piacesse ai cattolici progressisti era cosa nota. Ma non può non sconcertare l’apprendere che il livore contro quel Papa morto nel 1914 è ancora intatto, cosa che dimostra una volta di più la diretta filiazione del progressismo cattolico da quel modernismo che proprio San Pio X definì «sintesi di tutte le eresie». […] Che viene chiamato anche «cattocomunismo» per le sue esplicite simpatie. Ai tempi di suo padre, il modernismo, i comunisti non c’erano, ma il vizio di abbracciare l’ideologia mondana considerata più «moderna» e contestare dall’interno la Chiesa perché non fa altrettanto, era presente allora come oggi. Oggi, però, la simpatia per il marxismo fa solo ridere, perché solamente qualche attardato nostalgico potrebbe definirlo «ideologia moderna». Il fatto è che, in tempi come gli attuali, di «morte delle ideologie», il marxismo è semplicemente l’ultima di esse […] Il filosofo cattolico Jean Guitton profetizzava che quando al comunismo non avrebbe creduto più nessuno «i preti» avrebbero cominciato a sposarlo, dovendosi ciò al classico ritardo ideologico di certo clero. La differenza coi tempi di San Pio X sta nel fatto che il progressismo sembra diventato il pensiero egemone nel cattolicesimo. […] Per questo oggi missionari in borghese, suorine senza velo e preti «di strada» sfilano a braccetto di Bertinotti nei cortei. Il fatto è che la «destra» cattolica non ha spazio sulla stampa che conta, mentre, per esempio, la cosiddetta «scuola bolognese» da cui è uscito un Prodi vi campeggia per via del suo intellettualismo. Quale tradizionalista cattolico potrebbe pubblicare uno sfegatato elogio di San Pio X sul Corriere della Sera? […] Nel suo [di Albero Melloni, ndB] elzeviro del 23 agosto si parla di «affrettata canonizzazione», come se la Chiesa fabbricasse santi a suo ludibrio e non in base ai miracoli. […] Melloni si rivolge ai suoi sodali, ma lo fa sul quotidiano più diffuso, come se quel che ha sparato fosse un dato acquisito anche al liceo. Segue elenco di accuse a San Pio X: «La desertificazione di ampie zone della cultura ecclesiastica, il credito concesso a circoli integralisti di delatori e calunniatori», la «violenza istituzionale» di cui Pio X sarebbe stato «parte cosciente e attiva» (invece condannò l’Action Française, che non era certo di sinistra). E poi, tra le tante altre cose, «il progetto di un codice di diritto canonico che rovesciava secoli di tradizione» (accusa contraddittoria in bocca a un progressista). Si rimproverano a Pio X le «procedure affrettate, umorali, brutali». Giudizi pesantissimi su «l’unico Papa Santo del XX secolo». Dunque sull’intera Chiesa che, secondo un pensiero giacobino, è infallibile solo quando la sua azione coincide con le simpatie di certuni.

Fonte: IlGiornale.it

Un commento

mauro cassano

Sulla questione di action française mi permetto di ricordare che Pio X non volle mai vietare le opere di Maurras. In un colloquio con il segretario della congregazione dell’Index lo chiese espressamente. In realtà Pio X vedeva in Maurras un difensore della Chiesa anche se ateo. Un predecessore degli odierni atei devoti, insomma!

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