I neonati del Perù usati come cavia

Per Ventria Bioscience, azienda biotech statunitense, l’importante è sperimentare. Poi che lo si faccia persino sui neonati – purché del terzo mondo – non fa molta differenza, l’importante è il risultato. In Perù però nel solo mese di luglio almeno 10 bebè sono morti in ospedali pubblici peruviani: facevano parte di un gruppo di 140 neonati peruviani utilizzati su cui l’azienda americana aveva sperimentato un prodotto contro la diarrea derivato da riso geneticamente manipolato e ricombinato con geni umani. Non sono chiare le cause dei decessi, tutti casi «molto confusi» secondo medici e autorità locali, ma è difficile pensare a coincidenze.
La sperimentazione del prodotto, i cui risultati sono stati resi noti negli Usa lo scorso maggio, è stata realizzata in due ospedali di Lima, l’Istituto specializzato per la salute dell’infanzia e quello della Ricerca nutrizionale. E’ probabile che Ventria Bioscience sia andata a fare i suoi test nel paese andino perché le regole in materia di sperimentazione farmacologica là sono facilmente aggirabili e sembra sia più facile trovare istituzioni carenti di finanziamenti, e anche di etica. […] Le modalità della sperimentazione sono il primo «scandalo», stando all’indagine di Silvia Ribeiro, ricercatrice della ong canadese Action Group on Erosion, Technology and Concentration […] Non si capisce bene che fine abbia fatto il gruppo di bambini a cui è stato somministrato Sro di glucosio, ma per Jim Diamond, pediatra statunitense – che comunque non entra nel merito etico dell’esperimento – è inaccettabile che bambini con crisi acute di diarrea siano curati solo con glucosio. In altre parole, l’azienda statunitense, con la complicità degli istituti peruviani, ha da un lato usato intenzionalmente una terapia meno efficace per ottenere risultati artificialmente positivi; dall’altro ha esposto bambini e neonati a prodotti transgenici non approvati. In passato Ventria aveva richiesto l’autorizzazione al test negli Usa, bloccato dopo l’intervento di alcune organizzazioni – tra cui il Center for food safety e Friends of the Earth – che avevano presentato un documento, suffragato da importanti referenze scientifiche, sui danni che lactoferrina e lisozima ricombinanti di Ventria Bioscience possono provocare alla salute umana. […] Ora, mentre le autorità peruviane dicono di indagare sulle «confuse cause» della morte di 10 bambini, alcune mamme delle 140 piccole cavia, rintracciate dall’Associazione di consumatori e dall’Associazione medica peruviana, hanno dichiarato di non essere state messe al corrente che i loro figli sarebbero stati oggetti di un test. Un anno fa si erano rivolte a quegli ospedali perché i bambini avevano la diarrea, si sono fidate dei medici che hanno fatto firmare loro una «liberatoria» senza però spiegare le eventuali conseguenze. Molti di quei bambini, come Fabrizio e Jordano, figli della ventiquattrenne Diana Garay (notizia riportata su La Republica del 20 luglio scorso), ora soffrono di gravi allergie alimentari. Le mamme non sapevano, Ventria Bioscience sì, e non sappiamo come abbia comprato la criminale complicità delle istituzioni peruviane.

Fonte: IlManifesto.it

2 commenti

Barbara Monea

Gli embrioni avrebbero diritti già da quando hanno 2 o 3 cellule.. e quando sono bambini? Dipende dalla nazionalità?

Ernesto

Per Il Manifesto, quotidiano comunista italiano, l’importante è demonizzare le grandi corporation, meglio se farmaceutiche. Poi che lo si faccia attraverso la completa ignoranza di come si svolga normalmente il processo di sperimentazione di un nuovo farmaco, poco importa. L’importante è il risultato.
I fatti che sembrano shockare tanto i giornalisti del Manifesto sono i seguenti:
1) i bambini sono stati divisi in 2 gruppi; uno ha ricevuto il nuovo farmaco SCANDALOSAMENTE ricavato attraverso le sataniche tecniche di manipolazione transgenica, mentre l’altro ha ricevuto una soluzione di glucosio: EVIDENTEMENTE per falsare in positivo i risultati del primo gruppo.(certo, che altro se no?)
2) 10 dei bambini (di quale gruppo? quello che ha ricevuto il farmaco? l’altro? per quale motivo? qual è la fonte?) sono morti: EVIDENTEMENTE è colpa o del farmaco o della mancanza di cure.
3) le famiglie non erano state adeguatemente informate dai medici.
Le cose non sono così criminali come la distorta presentazione del Manifesto fa apparire:
Il “doppio-cieco” (così si chiama la procedura della divisione in 2 gruppi) è uno standard della pratica medica sperimentale ed è stato usato per tutti i farmaci, che anche i giornalisti del Manifesto usano se non vogliono morire entro i 40 anni – come succedeva prima che i maligni medici occidentali portassero l’aspettativa di vita dell’uomo (non solo occidentale) da 40 a 80 anni.
Può sembrare immorale e disumano non curare metà dei pazienti che ne avrebbero bisogno, specialmente se bambini, ma non c’è altro modo di verificare se un farmaco funziona davvero: questo può salvare milioni di vite, al prezzo di metterne a (moderato) rischio alcune. Inaccettabile? se pensate sia così, smettete di usare farmaci.
Che alle madri non fossero stati spiegati i rischi, questo è davvero inaccettabile. Ma è così? Qual è la fonte della notizia? Quali le circostanze? Perché è capitato solo ad alcune della madri coinvolte?
Fatto sta che il trial è andato bene e il nuovo farmaco (come si può leggere da fonte indipendente http://www.prweb.com/releases/2006/6/prweb403604.htm) potrà salvare la vita di milioni di neonati. Nonostante sia il frutto del nuovo demone degli attivisti à la page anti-transgenico (l’ignoranza e il pregiudizio non sono propri solo dei cattolici purtroppo).

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