Il 6 giugno scorso fu presentato alla stampa, e con notevole enfasi, un documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia intitolato “Famiglia e procreazione umana” (si veda l’Ultimissima del 6 giugno). Era una vera e propria offensiva contro i Pacs, l’aborto, la contraccezione, la ricerca scientifica. Il contenuto del documento suscitò l’attenzione di tutti gli organi di stampa (si veda, ad esempio, Repubblica, la Stampa e il Corriere della Sera) per la virulenza degli attacchi. Perfino Antonio Socci non celò il proprio imbarazzo per le tesi veramente estreme che conteneva. Poi più nulla. Il documento non è mai stato pubblicato sul sito del Pontificio Consiglio per la Famiglia; è sì in vendita sul sito della Libreria Editrice Vaticana al modico prezzo di euro 2,50, ma in tono dimesso, senza alcuna descrizione; né è possibile acquisirlo sulle principali librerie online come IBS e Bol. Eppure i documenti vaticani sono solitamente pubblicati online sul sito stesso della Santa Sede; eppure il documento stesso fu liberamente distribuito ai giornalisti in sala stampa. Quali i motivi di questa evidente censura? Si sono impauriti dei loro stessi eccessi?
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