[…] Gli invitati ai raduni di Cl ci vanno per essere accettati. Ciò che viene detto a Rimini, chiunque lo dica, serve a guadagnarsi il favore della platea, non a scontentarla e a farla infuriare. Alcuni ci riescono altri no e ne escono scornati e rancorosi. Bocciati. Resta da capire perché tanta gente delle più varie estrazioni voglia farsi esaminare dai giovanotti di Cl. Ecco un punto che va approfondito. Berlusconi l’esame l’ha superato in alcune materie, ma in altre no. […] I giovani di Cl rappresentano una militanza credente. Un Cristo operativo. Pregano e operano. Si comunicano e operano. Organizzano e operano. La solitudine non è il loro forte. La contemplazione meno che mai. […] Comunque in Italia sono abbastanza potenti, sempre per via delle opere. Fuori d’Italia li conoscono poco, anzi non li conoscono affatto. Della scuola hanno un’idea che piace molto a papa Ratzinger e a Ruini. Vogliono che lo Stato finanzi le scuole cattoliche e che queste siano equiparate a quelle pubbliche. L’idea fa breccia. Nel polo berlusconiano è condivisa da quasi tutti. Anche nel centrosinistra non mancano i consensi. Però c’è un problema: bisognerà finanziare anche le scuole musulmane, senza parlare di eventuali scuole protestanti, ortodosse, ebraiche. E poi c’è un altro problema: come si forma una coscienza della cittadinanza interetnica e interculturale se si finanziano le scuole delle varie comunità religiose? In un’Europa e in un’Italia dove la diaspora musulmana è già – e più ancora sarà – una minoranza sempre più numerosa? Con tassi di natalità crescenti? Infine c’è un terzo problema: se lo Stato finanzia scuole religiose e le parifica alla scuola pubblica avrà ben il diritto di controllare gli standard educativi e formativi con specifica attenzione ai principi della cittadinanza. E un quarto problema ancora: di fronte al moltiplicarsi di scuole religiose quella pubblica dovrà inevitabilmente accentuare le sue caratteristiche laiche. L’insegnamento della religione cattolica, tanto per dire, cadrà per non diventare un duplicato di quanto si insegna nelle scuole cattoliche. Senza parlare delle scuole private non religiose che diventerebbero (già sono) un meccanismo finalizzato all’ottenimento del titolo di studio. L’idea di scuola di Cl, rilanciata l’altro ieri da Berlusconi, è in realtà un nonsenso, non incrocia nessuno dei problemi del presente e del futuro. Incrocia soltanto lo slogan: “L’Italia è cattolica e deve essere degli italiani”. Il fatto che l’Italia debba essere degli italiani è ovvio. Dev’essere dei cittadini italiani, quelli che hanno cittadinanza italiana, che lavorano, che pagano le tasse, che usufruiscono dei diritti civili e politici. Quindi anche degli ebrei italiani, dei musulmani italiani, dei valdesi italiani e dei non credenti italiani. Insomma di tutti. Ma c’è l’altra parte di quello slogan, assai meno ovvia, che afferma: l’Italia è cattolica. Chi l’ha detto? Non esiste nella nostra Costituzione. Anzi c’era nel Concordato del ’29 ma è stato abolito. Questo in punto di diritto. […] Per fortuna questi meeting di Cl non contano poi granché. Servono agli sponsor e alla Compagnia delle opere. Ai giovani che ci vanno per stare insieme. Ai politici e agli imprenditori che si guadagnano un titolo sui giornali. Come alle feste dell’Amicizia di questo e di quello e ai festival dell’Unità.
Il testo integrale dell’editoriale di Eugenio Scalfari è stato pubblicato sul sito di Repubblica
Sono un ragazzo cattolico ma sono totalmente contrario a questi meeting di CL (incontri religiosi o politici?!…) e totalmente contrario alle scuole religiose. La scuola deve essere statale e pubblica, stop! Quello che è giusto è giusto…
l’istruzione, l’informazione.
che i vaticanisti abbiano i loro appositi spazi, chiari e ben chiusi nei confini, senza invadere quelli laici. signori al potere permettendo.
ovviamente, pagando per le loro dogmatiche attività nel suolo (finalmente) italico.