Sotto il velo sfida alla moda

«La bellezza? È qualunque cosa che faccia bene ai sensi, che emozioni. Ogni cosa che porti a pensare quanto Dio sia generoso nel darci la possibilità di averla, vederla o toccarla». Ad esempio, uno splendido tessuto di lino, dai colori brillanti, ricamato finemente da mani esperte. Come quelle con cui Mona Mohanna, stilista libanese giunta in Italia 17 anni fa, crea abiti, borse, collane, accessori di ogni tipo, fondendo arte dal sapore orientale e materiali di qualità, vanto del Made in Italy. Non a caso lo slogan stesso della «Maison Mohanna» è proprio «Tra Oriente e Occidente». Nata 36 anni fa a Khiam, nel Libano del Sud, questa donna dal viso armonioso incorniciato dal velo islamico, che iniziò a realizzare sciarpe e borsette da bambina, costretta in casa per mesi durante l’invasione di Beirut dell’82, è diventata a Milano un’imprenditrice della moda che disegna capi unici per i negozi del lusso di mezza Italia e, da poco, anche di Parigi. Proprio quel velo, che ha scelto di portare a 21 anni, ha reso ancora più difficoltosa la strada per arrivare fino a qui. Dopo i corsi di progettista d’abbigliamento e di industrializzazione del prodotto a Reggio Emilia e il master in Fashion design alla Domus Academy di Milano, infatti, per la giovane stagista vezzeggiata dalle case di moda venne il momento di trovare lavoro. «Ma con il velo in testa era praticamente impossibile – racconta -. Inviavo il mio curriculum e venivo subito chiamata per un colloquio, ma quando mi presentavo velata, guarda caso nessuno era più disposto ad assumermi». […] «L’islam – spiega – non nega la valorizzazione del corpo femminile ma semplicemente la regola, in quanto dà molto valore all’essere umano, maschio o femmina che sia. Per l’islam un essere umano è più importante degli angeli, perché è libero di scegliere. Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile, il Corano invita semplicemente le donne a essere caste e a lasciare liberi viso e mani: altre prescrizioni sono in realtà usi di popoli». Ma in un tempo difficile come quello che viviamo, è possibile un incontro tra culture e tradizioni nel segno della bellezza? «Di solito gli uomini fanno la guerra e le donne fanno le cose belle. Le donne sono in grado di fare qualunque cosa».

Fonte: Avvenire.it