Milano, si torna a parlare di una scuola araba

Si torna a parlare di una scuola per stranieri a Milano, dopo la chiusura della struttura di via Quaranta. La richiesta di autorizzazione è già sul tavolo del direttore dell’ufficio scolastico regionale, Mario Giacomo Dutto. Sarebbe una scuola straniera privata che fa riferimento all’ordinamento egiziano: secondo i promotori dovrebbe chiamarsi «Insieme» e sorgere in via Ventura, zona Lambrate. Nessuna dichiarazione da parte di Dutto e anche l’assessore comunale alla Scuola, Mariolina Moioli, ha detto di voler «leggere le carte» prima di esprimere un parere, ma c’è già chi dice no. In qualche modo la scuola di via Ventura nascerebbe proprio dalle ceneri dell’esperienza di via Quaranta. Quando fu chiusa nacque infatti «Insieme», un’associazione di genitori italiani e stranieri (soprattutto egiziani) che nello statuto prevede proprio la nascita di una scuola arabofona bilingue. L’anno scorso proprio in via Ventura, nella ex sede di un istituto professionale messa a disposizione dall’Enaip, l’associazione ha tenuto una serie di corsi pomeridiani per aiutare una sessantina di bambini a passare gli esami di idoneità. […] La scuola, che dovrebbe ospitare circa 150 alunni, sarà rigorosamente bilingue, il che significa che tutte le lezioni (escluse quelle di arabo e italiano) saranno preparate insieme da un insegnante italiano e da uno arabo che si alterneranno in classe. «In questo modo – ha spiegato Cerboni – i bambini passeranno da una lingua all’altra senza accorgersene». Per quanto riguarda le due ore di religione previste dall’ordinamento egiziano, saranno le famiglie a decidere se usare testi cristiani o musulmani «perché la scuola è laica e aperta e il Consolato egiziano mette a disposizione i libri di entrambe le religioni». […] «Il fatto è che la scuola italiana, anche dopo le riforme dell’attuale sindaco Moratti ha mantenuto un approccio troppo italo-centrico ed euro-centrico. Invece, per venire incontro alle esigenze degli immigrati, che sono di tante nazionalità e religioni e non solo islamici, dovrebbe essere più centrata sulla storia e le culture del mondo». Parole di Mario Scialoja, rappresentante in Italia della Lega Musulmana Mondiale e membro della Consulta per l’Islam. L’insegnamento della religione non dovrebbe esserci affatto, secondo l’esponente della Lega Musulmana Mondiale, nemmeno in un’ora facoltativa. Anche se ammette un’eccezione per la religione cattolica, «vista la forte tradizione esistente in Italia». Per Scialoja i ragazzi stranieri iscritti alla scuola pubblica dovrebbero dunque andare a trovare altrove, e in ore non coincidenti con l’orario scolastico, l’insegnamento religioso. Anche correndo il rischio di avvicinarsi a moschee o centri di cultura islamica fondamentalisti, ammette, «ma su questo sono altri che devono vigilare».

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