La scoperta dell’acqua calda: atei e credenti hanno lo stesso cervello

La fede e con essa l’esperienza mistica, non hanno origine nel cervello. Né è possibile rintracciare un’area all’interno del sistema cerebrale dove collocare la propensione al divino. La mente umano, insomma, non è stata geneticamente configurata per incoraggiare la fede religiosa. Lo afferma uno studio scientifico che si avvale della speciale collaborazione di un gruppo di monache carmelitane di clausura. Secondo alcune teorie, tra le quali quella della cosiddetta «neuro-teologia», esisterebbe negli uomini una predisposizione genetica alla fede. Il culto religioso sarebbe dunque una conseguenza di reazioni biochimiche neuro-sinaptiche. Una tesi del tutto simile a quella presentata nel 2001 da un ricercatore americano, Andrew Newberg, che aveva condotto alcuni esperimenti scientifici su monaci tibetani e suore di clausura, osservando il comportamento dei loro cervelli al culmine della meditazione. Anche il professor Mario Beauregard, del dipartimento di Psicologia dell’Université de Montreal, si è rivolto a devoti religiosi, ottenendo però risultati opposti. «L’obiettivo principale era individuare le correlazioni neurologiche dell’esperienza mistica – ha spiegato Beauregard -. Le nostre conclusioni non diminuiscono affatto né il valore né il significato di tali esperienze, neppure confermano o smentiscono l’esistenza di Dio». […]

Il testo integrale dell’articolo di Lorenzo Amuso è stato pubblicato sul sito del Giornale

2 commenti

Silvia

Vi prego, non ditemi che per queste ricerche è stato speso del denaro pubblico…

Ernesto

In realtà la conclusione è contraddittoria con esperimenti precedenti.
Sappiamo che alcune sostanze chimiche come la psilocina e l’LSD sono in grado di indurre esperienze mistiche in certe persone (osservato per es nel famoso esperimento del Good Friday a Harvard da Leary).
Che il bisogno di fede sia innato è possibile: è presente in tutte le culture del mondo e aveva vantaggi evolutivi (nel pleistocene, oggi è una calamità).
Non è scontato né che sia così né che non lo sia.
Che la necessità di credere e l’esperienza mistica abbiano basi neurali è certo invece; il problema sta nello scoprire quali, sempre che sia già alla portata degli scienziati, e provarlo. Ogni nostro comportamento ha una base neurale, no? Le neuroscienze esistono proprio per questo!

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