Islam italiano, una strada ancora tutta in salita

«La strategia potrebbe essere quella di chiedere molto dando molto, non chiedere molto per dare poco». Renzo Guolo, uno dei massimi esperti italiani dell’islam e dei fondamentalismi moderni, sintetizza così una possibile via al l’integrazione. Insiste su un punto: «Apriamo alla cittadinanza, ma prepariamola con una discussione pubblica che ponga con forza i grandi temi necessari per la convivenza: scuola, pluralismo, diritto di famiglia». Ma avverte: «Bisogna riconoscere ed esaltare la pluralità dell’Islam». «L’Ucoii non è una sacca di arretratezza, fa politica. Ma non va marginalizzata».[…]
Questo avviene perché la maggioranza dei musulmani in Italia è ancora cittadino straniero?
Sì, ed è chiaro che se i più non hanno ancora la certezza di diventare cittadini italiani – tanto più in un mondo globale – continueranno a guardare più al paese di provenienza e con l’ottica della comunità di origine. E questo è il grande problema: la questione della cittadinanza diventa decisiva per far maturare un mondo islamico italiano dentro la comunità nazionale, con tutto quello che ne consegue in termini di responsabilità politica. […]
Ma come ci si rapporta all’Ucoii?
Incalzandola. Questo è un punto chiave: le questioni vanno poste pesantemente all’organizzazione. Ma lasciarla fuori significa non vederla, non capire come si muove, anche nella logica dell’integrazione culturale. E poi si tratta di far venire fuori le contraddizioni interne.
Ha senso chiedere di firmare una Carta di valori?
Io non sono un teorico dei documenti, ma il problema non si sarebbe posto se non ci fosse stata quella infelice pubblicazione. Inevitabilmente si rischia di produrre divisioni su un documento che propone una concezione nazionale dell’Islam e politiche dichiarate che, se completamente condivisibili dal punto di vista soggettivo, potrebbero risultare poi impossibili da mettere in pratica. Ma il punto è un altro: le questioni vanno poste per capire come svilupperemo insieme un modello di integrazione e favorire l’adesione a dei valori repubblicani. L’occasione potrebbe essere presa per far discutere fuori dalle stanze del Viminale: chiedere che cosa significa per esempio l’idea di un sistema scolastico, pubblico o privato, scuole religiose o no. Pluralismo, scuola, uguaglianza dei sessi, rapporti con i figli: grandi temi da discutere al di là dell’adesione più o meno strumentale a dei principi, facendo emergere una scena pubblica musulmana. Non basta chiedere da che parte si sta. […]

L’intervista completa è raggiungibile sul sito del Manifesto

2 commenti

antonella_621

Eistein quando sbarcò in America e gli chiesero la nazionalità rispose “razza umana”… Disse una cosa giustissima… cosa siamo se non “razza umana?” … Ma razza umana senza religioni di stato…

Luciano Bellomo

Ma non sarebbe logico che venisse accettata esclusivamente qualsiasi religione che non si pone in contrasto con i diritti universali dell’uomo? e ovviamente visto che parliamo di religione soprattutto quelli delle donne?

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