Famiglia italiana con velo (integrale)

Ecco la nuova famiglia italiana. Valmozzola, 673 anime compresa una cinquantina di immigrati, è il più piccolo comune della provincia di Parma. Era una giornata caldissima. La foto, pubblicata dalla Gazzetta di Parma il 13 agosto scorso, mostra il sindaco, Gabriella Olari, con un abito comprensibilmente sbracciato, avvolta dalla fascia tricolore. Sta presiedendo al rito di attribuzione della cittadinanza italiana, che viene conferita con un decreto del presidente della Repubblica. Accanto a lei un’intera famiglia egiziana tra cui spicca la madre completamente avvolta dal niqab , un velo integrale che ha un’unica fessura all’altezza degli occhi. I nuovi cittadini italiani sono il padre, Mohamed Ismail, e i suoi quattro figli minori, Asmaa, Asraa, Mawadda e Abdel Rahman. Ora anche la moglie ha i requisiti per richiedere la cittadinanza. La foto della prossima cittadina italiana imbacuccata da cima a fondo, è emblematica di ciò che diventerà la società italiana accordando la cittadinanza senza verificare l’adesione ai valori fondanti della nostra Costituzione e civiltà. Tra cui primeggia l’assoluta parità tra uomo e donna e quindi la condanna di qualsiasi discriminazione nei confronti della donna. Una realtà implicita nell’annullamento del corpo e nell’umiliazione della personalità femminile. È del tutto evidente che quella donna non si integrerà mai. Quel velo assoluto è una barriera che la separa da una società nei cui confronti ha un atteggiamento pregiudizialmente negativo. Ecco perché dare la cittadinanza a queste persone si tradurrà inevitabilmente nella formazione di un’Italia ghettizzata sul piano etnico, confessionale e identitario, con comunità rinchiuse in compartimenti stagni all’insegna del relativismo valoriale, culturale e giuridico, dove si elargiscono libertà e diritti che ci vengono restituiti sotto forma di indifferenza e intolleranza. Ciò è purtroppo possibile principalmente per la nostra ignoranza, ingenuità e ideologismo. Nonostante non esista alcuna prescrizione coranica del velo, lo Stato italiano ha recepito e fatta propria la versione più oltranzista dell’islam affermando, con una circolare del Dipartimento della polizia di Stato del dicembre 2004, che l’utilizzo del burqa, in quanto «segno esteriore di una tipica fede religiosa» e una «pratica devozionale», non costituisce reato. Quindi l’Italia si è spinta addirittura oltre il convincimento degli integralisti islamici secondo cui l’islam imporrebbe un semplice velo che copre il capo, sulla base di una discutibile interpretazione del versetto XXIV, 30-31 del Corano, sposando la tesi aberrante degli estremisti islamici secondo cui la donna deve essere relegata sotto un velo integrale. […]

Il testo integrale dell’articolo di Magdi Allam è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

3 commenti

Angel

Il fatto che lo stato italiano abbia recepito l’interpretazione più oltranzista è sicuramente increscioso e ciò mi fa capire che noi di islam e “multiculturalismo” non è che ci capiamo tanto.
Io però mi faccio una domanda: e se fosse lei ad aver scelto? Come facciamo a distinguere tra “le fanatiche genuine” e le oppresse? E come facciamo a tutelarle entrambe?

robi

Secondo me il problema non è se lei ha scelto o no . Non possiamo indagare con torme di poliziotti e psicologi se lei è consenziente o meno, se le hanno fatto il lavaggio di cervello o meno ecc…. Il fatto rimane che nella nostra società per storia, evoluzione culturale ecc… ciò non deve essere ammesso. Se uno vuole il velo integrale va a vivere in magreb, punto e basta. Un pò come se uno vuole bere alcool non va a vivere in arabia saudita sennò lo frustano. Nessuno farà mai indagini per sapere se l’alcolizzato in arabia sia tale per problemi affettivi, se sia convinto o se sia vittima di coercizione, lo frustano e basta . Temo che i nostri principi di libertà debbano per forza arrestarsi di fronte alla impossibilità della loro applicazione . Posso spendere migliaia di euro per “rieducare” la signora magrebina alla libertà di coscienza ? no . E allora basta , vada a vivere a Rabat.

archibald.tuttle

“Secondo me il problema non è se lei ha scelto o no . Non possiamo indagare con torme di poliziotti e psicologi se lei è consenziente o meno, se le hanno fatto il lavaggio di cervello o meno ecc…. ”

giusto

“Il fatto rimane che nella nostra società per storia, evoluzione culturale ecc… ciò non deve essere ammesso. ”

invece si

“Se uno vuole il velo integrale va a vivere in magreb, punto e basta.”

che ne dici invece di: “se uno vuole il velo integrale lo porta, punto e basta. se uno obbliga qualcun altro con la forza a portare il velo integrale va in galera, punto e basta.”

“Un pò come se uno vuole bere alcool non va a vivere in arabia saudita sennò lo frustano.”

per salvaguardare la liberta di coscienza dovremmo adottare metodi odiosi applicati da stati non democratici che violano i piu basilari diritti civili? ottima idea, cosi non rischieremo di fare la loro stessa fine…

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