Il marziano sbarca sul lago di Como di buon mattino, si siede tra i convegnisti del Workshop Ambrosetti, clergyman scuro mimetizzato tra le grisaglie. Il suo intervento è tra i più attesi: un cardinale, il patriarca di Venezia Angelo Scola, in mezzo ai guru di economia, finanza, imprenditoria, politica. Le sue recenti riflessioni su laicità dello Stato e libertà religiosa hanno fatto discutere e il fatto che sia ritenuto uno dei porporati più vicini al Papa (Ratzinger venne a Cernobbio nel 2001) accresce la curiosità. […] Il patriarca parla di «meticciato di culture», difende il ruolo della religione, esalta l’Occidente che ha veicolato nel mondo «il corretto rapporto tra verità e libertà conquistato a fatica dall’Europa, che trova la risposta più adeguata in Cristo». Spiega che lo Stato deve agire «in funzione della società civile, non come surroga». Ed esce dal dibattito, che appare datato, sulle radici cristiane dell’Europa: «Non ne voglio parlare perché il cristianesimo non è un fossile, ma un presente. Le religioni e il cristianesimo sono risorse per il presente e il futuro dell’Europa». Anche se il programma non prevedeva domande sul suo intervento, gli interrogativi piovono. Piergiorgio Romiti, ad esempio, gli chiede lumi sull’idea di meticciato. Altri propongono che l’anno prossimo il seminario di Cernobbio sia dedicato al rapporto tra libertà e verità. […]
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