Oltre la materia La vita ha un codice segreto

Se dalle lettere che estraiamo da un sacco e gettiamo sul pavimento si forma il prologo del Vangelo di Giovanni, può essere un caso. Ogni combinazione è possibile e ha le stesse probabilità di qualsiasi altra. In tal caso però – se teniamo in considerazione il cosiddetto «rasoio di Occam» (il principio secondo il quale non bisogna moltiplicare gli elementi quando non serve, ndr.)– nessuno penserebbe a una casualità, ma ognuno cercherebbe il trucco. Nell’evoluzione il trucco è la selezione. Ma la selezione può solo favorire ciò che già esiste. Non è un principio creativo che spiega il formarsi di qualcosa di veramente nuovo a livello categoriale, di quello, che riallacciandomi ad Hegel, chiamo negatività. La configurazione delle lettere del prologo del Vangelo di Giovanni può essere di fatto un caso. Cioè può essere una combinazione «indifferente» al significato del testo stesso. Questa combinazione diventa un testo solo nella mente del lettore. Totalmente diverso è il formarsi del significato in base al quale noi leggiamo questa configurazione di lettere come un testo. Qui ha luogo un’emancipazione da tutte le condizioni di formazione e sviluppo. È evidente che l’affacciarsi di un senso e di un significato, quindi della vita, è legato ad un tipo di complessità superiore della materia. Anche se il risultato non è qualcosa complesso, bensì di assolutamente semplice: è l’interiorità. La vita non è uno stato della materia, ma è l’essere di un vivente. […+ Se non vogliamo tradire la scienza e la comprensione di noi stessi, dobbiamo rimanere fedeli ad entrambe le visioni del mondo [quella delle scienze naturali e dello spirito]. Ci sono condizioni di formazione per la vita, per l’istin to, per la coscienza e l’autocoscienza, ma restano insufficienti, non ci spiegano chi siamo. […] Ogni tentativo di superare il dualismo in senso idealistico o materialistico, cioè attraverso la riduzione di una delle dimensioni all’altra, causerà sempre una perdita. Chi vuole restare fedele all’unità del reale, senza tradire entrambe le sue dimensioni, lo può fare solo se prendendo in considerazione il concetto di Creazione, secondo cui il processo della nascita della vita e delle forme viventi, compreso l’uomo, si fonda sul volere di una saggezza divina, che vuole intenzionalmente il risultato di questo processo […]

Fonte: Avvenire.it

17 commenti

Ivan

Ogni tentativo di superare il dualismo in senso idealistico o materialistico, cioè attraverso la riduzione di una delle dimensioni all’altra, causerà sempre una perdita.”Un perdita per chi?Per chi ha una visione metafisica,e cioè chi divide la realtà in comparti stagni.Per il metafisico o la realtà è spirituale o materiale.Vede,o preferisce vedere,il movimento della materia e la chiama dio.Egli non considera che il movimento separato dalla materia,significa di fatto sostenere che esiste movimento senza materia…Einstein ha dimostrato che materia e movimento sono cose diverse solo per noi uomini,apparenza.Engels ha sostenuto ciò ben prima di Einstein.Emtrambi devono le loro geniali intuizioni ad Hegel,il materialista suo malgrado,il cane morto.Il tentativo,già riuscito con successo,di superare il dualismo tra spirito e materia,lo ha fatto da lunghissimo tempo, il materialismo dialettico.I preti laici e i filosofi di nome ma non di fatto,però,restano accecati dalla sapienza della Rivelazione.Essi restano in biologia alla Genesi e in filosofia ad San Tommaso d’Aquino.Al medioevo,insomma.E’ ridicolo vederli nascondersi dietro parole roboanti e vuote:la Creazione,l’evoluzionismo finalista.La storia dimostra invece,che le “concessioni” della Fede alla scienza sono ipocrisie,colpi di mano per non essere spazzati via una volta per tutte.Di fatto la teoria dell’evoluzione per selezione naturale è una teoria scientifica che vede una finalità nella vita e nelle sue forme,ma una finalità relativa,non assoluta.Ai fatti questo finalismo,non preserva dall’estinzione nè le forme nè la vita come organizzazione di materia.La fine della vita sul nostro pianeta,causata dallo spegnimento del Sole,è una fatto accertato scientificamente.Un finalismo morale,allora?La lotta per l’esistenza,la selezione naturale, non ha nulla di morale,ma non è immorale.Semplicemente è.E’ la dottrina del peccato originale la fonte della visione morale della realtà.La teoria dell’evoluzione ha demolito per sempre tale dottrina e mito,poichè non è mai esistito materialmente un Adamo nè una Eva,quali siamo le metafore spirituali a cui questi personaggi sono strumentali.Teorizzare un evoluzionismo creazionista è assurdo,un assurdo per fede.Per finire,i 100 milioni di morti del fantomatico comunismo di oltre cortina.E’ vero,è accaduto.La storia non ha solo visto tali stragi,l’intera storia è una cronologia di lutti.La religione ha avuto un ruolo fondamentale nel dare un involucro ideologico a tutti i passati crimini contro l’umanità.Deve essere molto consolatorio per qualsiasi prete o simili,constatare che degli atei,presunti comunisti,si sono macchiati di crimini atroci.Da quale pulpito arriva la predica!Si sono deminticati dei papa re,dell’inquisizione e la distruzione di intere civiltà in America!Finitela con questa commedia!Tremate quando verrà il giorno delle nostre ragioni!

Claudio

Per quanto io sia affezionato lettore di Avvenire, l’articolo di Spaemann mi sembra un po’ troppo elucubrato e roboante: sarà per il mio latino arrugginito, ma non ho capito cosa significhi “vivere viventibus est esse”. Boh.
Mi sento chiamato in causa dal commento di Ivan, che richiama concetti che avevo espresso in altra sede. Rispondo.

1) Il materialismo storico marxista è stato confutato dal fallimento dell’esperimento socialista. Si diceva che l’uomo è sola materia, che tutto ciò che sembra andare oltre la materia (l’arte, la religione, la filosofia, eccetera) è solo una sovrastruttura emanata dalla materia stessa, e che la società è una sovrastruttura determinata dal meccanismo economico (cioè dalla modalità di produzione materiale). Il corollario di questo teorema è che cambiando la forma dell’economia si può cambiare la società e lo stesso uomo: collettivizzando i mezzi produttivi e la proprietà dei beni, l’uomo si spoglierà inevitabilmente del proprio individualismo.
Tutto questo però non è successo. Ovunque sia stato tentato l’esperimento socialista, nonostante la collettivizzazione dei beni, nonostante il cambiamento dell’economia, la natura umana è rimasta la medesima: individualista ed egoista. La verità è che l’essenza umana trascende la mera materia, come il significato di un libro trascende l’agglomerato di carta e inchiostro di cui è fatto. Limitarsi alla pura materialità è tapparsi gli occhi. Questo non vuol dire postulare necessariamente l’esistenza dell’anima e di una metafisica stricto sensu, faccio notare. Però vuol dire che Marx ed Engels, questi geniali pensatori, avevano completamente torto.

2) Il comunismo ha fatto in pochi decenni una quantità di morti tale da poter competere da solo con secoli e secoli d’inquisizione e di crociate. Dovunque, dico dovunque è stato tentato l’esperimento comunista, è finita sempre a gulag e dittature. E voi state ancora a parlare del materialismo dialettico?

3) Anche volendo buttare nel gabinetto la Genesi, anche nell’ottica più rigidamente atea, è lampante che una coppia di precursori del genere umano è effettivamente esistita. L’alternativa di una mutazione genetica comune a più coppie di progenitori è statisticamente insostenibile e contraddice la stessa casualità dell’evoluzione tanto cara a Monod e ai neo-darwiniani. Aggiungo che l’evoluzione parallela dei generi umani (al plurale), la tesi dei diversi progenitori, era la base teorica su cui poggiava il razzismo scientifico del nazismo: “i negri e gli ebrei non fanno parte del nostro genere umano, ma di un genere diverso e inferiore, anzi possiamo chiamarli sub-umani”. Bisognerebbe tenerlo presente, prima di buttare Adamo ed Eva solo perchè ne parla anche la Chiesa.

Carlo

L’articolo sull’avvenire mi sembra parta da ipotesi e ragionamenti assolutamente corretti dal punto di vista scientifico (la selezione e’ cio’ che permette l’evoluzione e con essa la creazione di una complessita’ biologica inspiegabile con il semplice caso) ma che poi si perda con ragionamenti assolutamente confusi.
Molte frasi hanno significato ambiguo e molti punti del ragionamento appaiono decisamente deboli. In particolare, mi vengono in mente una quantita’ notevole di processi che potrebbero cancellare il genere umano nel giro di pochi secoli se non decenni. Un’evoluzione “guidata da Dio” dovrebbe tenere conto di questo e permettere alla “specie eletta” di riapparire o di sopravvire non mutata. E poi, se l’evoluzione e’ guidata da dio, come interpretare l’estinzione di alcune specie? Come errori di dio?? E poi, perche’ mai un dio onnipotente avrebbe bisogno di fare le cose complicate e creare l’evoluzione?
Non basterebbe creare tutto gia’ perfetto e concluso come racconta la Genesi?
Infine anche la “specie eletta”, voglio dire gli uomini, sono molto lontani dall’essere perfetti, pensiamo alla miopia, alla sciatica e a tutti i problemi che ci causa la postura eretta… E NON mi sembra che questi problemi possano essere imputati a qualche “peccato originale” umano…

@Claudio: se alle crociate e all’inquisizione aggiungi le guerre di religione e lo sterminio dei popoli americani (magari non voluto, ma neanche ostacolato dalla chiesa e perpetrato da re che avevano come appellativi “cristanissimo”) arrivi a un numero di morti pari, se non superiori a quelli causati nel 20o secolo dalle varie ideologie “atee”. Il tutto, ovviamente, ottenuto senza le armi moderne e da una religione che ha l’amore come suo precetto fondamentale. Meno male!!

Simone

per Claudio
sei un lettore di Avvenire? Ah, ora si spiega tutto! Un giornale intellettualmente fermo a qualche secolo fa dove gente piena di livore vomita odio e farneticazioni quotidianamente verso una società che, finalmente, gli sta girando le spalle.
1) “La verità è che l’essenza umana trascende la mera materia”. Ma che ne sai tu della verità? E’ solo la tua opinione, lo vuoi capire? Perché non la smetti di infarcire i tuoi post con cose tipo “non è ovvio?”, “non è lampante?”, “la verità è che…”? Esprimere la propria opinione non vuol dire automaticamente dichiarare di avere ragione.
2) Eccone un altro che fa la squallida conta dei morti: secondo il tuo (puah!) ragionamento allora 6 milioni di morti o 50 milioni sono meno gravi di 100. Complimenti davvero!! Questo modo di pensare ti qualifica perfettamente come persona faziosa militante di destra (la chiesa non si schiera…, ma vaff…). Ti è mai venuto in mente che se il comunismo ha fatto così tanti morti è anche perché si è sviluppato in paesi geograficamente molto estesi come la Russia e la Cina? Tu sei tanto bravo a farneticare di grandi filosofie ma poi manchi di senso pratico (come tutti i cattolici del resto). Io credevo che per la Chiesa anche la morte di un singolo individuo fosse una cosa grave, ma adesso apprendo, dalle tue dotte considerazioni, che tutto sommato il numero di morti di cui è responsabile la Chiesa è “più basso”, quindi tutto sommato va bene, no? Vergognati.
3) “è lampante che una coppia di precursori del genere umano è effettivamente esistita. L’alternativa di una mutazione genetica comune a più coppie di progenitori è statisticamente insostenibile”. Tu sei completamente scemo. Dimmi, o dotto luminare, dove sono le prove dell’esistenza di questa coppia (suggerimento: la Bibbia non è una prova)? E come è possibile che si siano sviluppate razze con tratti somatici e patrimonio genetico differenziati sul nostro pianeta se sono nati da una sola coppia? Qualunque genetista serio sa benissimo che una sola coppia non può dar luogo ad un mix genetico così vario, ed in definitiva ad una popolazione così estesa e variegata. La mutazione genetica comune a più coppie di progenitori è chiaramente la spiegazione più sensata. L’accostamento che fai al nazismo è discutibile e vergognoso, dato che gli evoluzionisti moderni non hanno alcun legame con il nazismo. Un consiglio: smetti di rincoglionirti leggendo Avvenire, e torna a scuola a studiare un po’ di scienza.

Claudio

A tutto il resto non ho l’energia mentale di replicare data l’ora tarda, comunque puntualizzo che alle ultime elezioni ho votato Ulivo.

Claudio

*Un giornale intellettualmente fermo a qualche secolo fa dove gente piena di livore vomita odio e farneticazioni quotidianamente verso una società che, finalmente, gli sta girando le spalle*
Stupendo. Non fosse per il “qualche secolo fa”, potrebbe essere una calzante descrizione del Manifesto.

*Esprimere la propria opinione non vuol dire automaticamente dichiarare di avere ragione*
Poffarbacco, vuol dire che tu esprimi la tua opinione pensando che sia sbagliata? Complimenti, caro mio, complimenti. Chapeau.

*se il comunismo ha fatto così tanti morti è anche perché si è sviluppato in paesi geograficamente molto estesi come la Russia e la Cina*
Accolgo l’obiezione fondata. Però continuo a constatare che i gulag e le dittature sono sorti OVUNQUE sia stato messo in pratica il comunismo. A questo punto si potrebbe pure sospettare che il male non sia tanto nelle dittature comuniste ma nel comunismo in sè, ovvero che queste siano l’evoluzione lineare di quello, non ti pare?

* E come è possibile che si siano sviluppate razze con tratti somatici e patrimonio genetico differenziati sul nostro pianeta se sono nati da una sola coppia?*
Sigh. Scienza, o bella scienza, questi sono gli alfieri tuoi?
Le differenze tra i gruppi etnici sono minime e perfettamente spiegabili con l’adattamento ambientale. Quanto alle prove che cerchi, vai su google e cerca “DNA mitocondriale”. Ti si aprirà un mondo. Potresti cominciare da qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Eva_mitocondriale
Infine, l’accostamento che ho fatto tra teoria della pluridiscendenza e razzismo è perfettamente lecito, dacchè fin dai tempi di Voltaire (leggasi il Dizionario filosofico) la prima è stata usata come presupposto razionale e scientifico per il secondo. Il nazismo ha poi rivoltato Darwin a suo uso e consumo, ma aveva a disposizione un retroterra culturale ben sviluppato da – sorpresa! – l’illuminismo. La teoria che i negri discendendessero non da Adamo ma da progenitori simili a scimmie ben si saldava con il colonialismo europeo, con la superiore civiltà occidentale che alla luce della ragione si liberava dalle tenebre della superstizione in cui le altre razze erano ancora avvinte.
Ah, le magnifiche sorti e progressive…

Fabio Milito Pagliara

@Claudio
non e’ che e’ apparsa una coppia di progenitori, ad un certo punto la mutazione apparsa in un individuo si e’ rivelata vantaggiosa per la riproduzione e si e’ diffusa in tutta la popolazione fino a creare una nuova razza, oltretutto alcuni cambiamenti seppur minimi possono avere effetti notevolissimi
un buon punto d’inizio (semplice e di agevole lettura):

per quanto riguarda la progenitrice e’ quella linea evolutiva che ha portato a noi quindi si discendiamo tutti dallo stesso ceppo, ma il meccanismo e’ quello che ho scritto sopra non e’ che prendi e appare una coppia di una nuova razza

Carlo

Ciao,

ho letto il link suggerito da Claudio. Purtroppo non sono un biologo ne’ un’esperto di evoluzione e quindi non mi sono del tutto chiari i termini della questione. E’ un articolo interessante comunque… A quanto ho capito “il piu’ recente antenato comune” NON e’ il primo uomo vissuto sulla terra, NE’ questo significa che a quel tempo ci sia stata una sola coppia di uomini sulla faccia della terra e che tutti discendiamo da loro. Questo mi sembra impossibile come fa notare Simone. Infatti l’articolo spiega chiaramente che l’Adamo mitocondriale e l’Eva mitocondriale sono vissuti a circa 75.000 anni di distanza. Semplicemente, la teoria biologica proposta, se l’ho capita bene, sostiene che esistono solo due nostri antenati con una linea ininterrotta di discendenti rispettivamente maschili e femminili. Provate a disegnare un albero di popolazione e vedrete che questo e’ possibile, anche se non e’ facile capirlo a prima vista.
Tutto questo ha poco, molto poco a che fare gli Adamo ed Eva biblici, a parte il nome….
Inoltre vorrei far notare a Claudio che la teoria e’ dibattuta e che i suoi avversari certamente non sostengono posizioni neonaziste di “superiorita’ della razza”. Quindi affermare che “e’ lampante che siano esistiti una coppia di progenitori del genere umano” sia:
1) discutibile sul piano scientifico
2) l’accostamento con la scienza nazista non ha nessun fondamento ed e’ fourviante
3) la teoria va capita bene, non usata come una clava in una discussione in cui, tra l’altro non ha rilevanza (cosa c’entra con i milioni di morti del comunismo???)
Aspetto ulteriori lumi da parte di esperti biologi che leggono il forum sulla teoria dell’Eva mitocondriale e magari anche smentite delle mie affermazioni che NON sono quelle di un esperto del settore…
Carlo

Carlo

Scusate, mi sono dimenticato un paio di punti che avevo in mente di scrivere nell’ultimo post:
1) ma possibile che in italia, qualunque cosa si discuta, sia l’evoluzione, la spiritualita’, le crociate o le cellule staminali non si lo si possa fare senza tirare in ballo comunismo, fascismo e nazismo? Ma insomma, vogliamo capire che e’ ridicolo?? Inoltre sono discussioni sterili e spesso compiute senza la minima comprensione storica dei fenomeni, con argomenti moralistici e chiari fini politici. E questo vale per la destra come per la sinistra. In particolare se si discute di tesi scientifiche usare questi argomenti mi pare assolutamente inaccettabile.
2) mi sembra importante far notare che la chiesa si sta muovendo verso posizioni sempre piu’ simili a quelle dell’intelligent design. Ovviamente in modo velato e senza esporre chiaramente la sua tesi, in maniera da poter fare marcia indietro se criticata in maniera forte.
Carlo

Marco Musy

L’uomo si evolve come tutti gli altri animali. Gli animali si differenziano in specie
sotto la pressione selettiva ambientale in condizioni di isolamento, cioe’ la
speciazione avviene (progressivamente) in popolazioni con un pool
genico isolato che si differenzia nel corso del tempo a causa delle differenti
condizioni ambientali, come forma di adattamento.
Cosi’ accade anche per l’uomo.
L’idea che esista un momento preciso in queste fasi dove si possa identificare
un esemplare come un essere umano mentre prima no, semplicemente non ha senso.
Il genoma contiene le tracce di queste vicende evolutive ed e’ utile per stabilire
le affinita’ fra specie diverse. Questo non significa che un bel giorno due
scimpanze’ sono mutati in Adamo ed Eva e che noi siamo i loro discendenti.
Saluti

Simone

“Stupendo. Non fosse per il “qualche secolo fa”, potrebbe essere una calzante descrizione del Manifesto.”
Non sono né un elettore di Rifondazione né dei Comunisti Italiani, non ho particolare simpatia né per il comunismo né per il Manifesto, quindi perché mi dovrei offendere? Il tuo pregiudizio naturale ti ha portato a pensare che lo fossi, quindi, caro mio, la figura di merda dell’ignorante la fai tu.

“Poffarbacco, vuol dire che tu esprimi la tua opinione pensando che sia sbagliata? Complimenti, caro mio, complimenti. Chapeau.”
Come al solito (vedi precedente discussione su GP2), non hai capito un cazzo. Bastava leggere e ragionare, ma in chiesa non vi insegnano a farlo. Certo che ognuno di noi crede di aver ragione, ma un conto è dire “io la penso così” (cioè “è la mia opinione”, quindi opinabile), altra cosa è esordire con “è lampante!!”, “è ovvio!!” per sostenere le proprie idee, perché ciò vuol dire sottintendere di possedere la Verità Assoluta e quindi che l’altra parte in causa ha torto, senza margine alcuno di errore. La distinzione può apparirti sottile, ma c’è eccome: il tuo è un problema di stile, nel tuo caso arrogante e supponente, che nasce appunto dall’assoluta convinzione di essere nel giusto. Non ti sfiora neanche l’idea di avere torto vero? Via, l’umiltà dovrebbe essere uno dei valori di un buon cristiano, vedi di metterlo in pratica. E se non lo capisci neanche ora sei davvero un idiota.

“Accolgo l’obiezione fondata. Però continuo a constatare che i gulag e le dittature sono sorti OVUNQUE sia stato messo in pratica il comunismo. A questo punto si potrebbe pure sospettare che il male non sia tanto nelle dittature comuniste ma nel comunismo in sè, ovvero che queste siano l’evoluzione lineare di quello, non ti pare?”
Sì, ma non c’è una dimostrazione. Perché non ti scagli con altrettanto ardore contro le dittature di destra? E comunque, anche ammesso che tu abbia ragione, non mi va giù che si faccia la squallida conta dei morti, perché questa non assolve il nazismo, le dittature di destra e i crimini della Chiesa.

“Sigh. Scienza, o bella scienza, questi sono gli alfieri tuoi?”
Guarda, testina di cazzo, che io lavoro come ricercatore all’Università di Firenze, e non ti permetto di offendere un’intera categoria di lavoratori, peraltro sottopagati e quindi privati di molte speranze nel futuro anche grazie alla mentalità cattolica che vige in questo Paese.
Ho letto anch’io come Carlo l’articolo su Wikipedia, e non dimostra un cazzo, di studi che dimostrano tutto e il contrario di tutto ne esistono quanti ne vuoi, lasciatelo dire da una persona che nella ricerca ci lavora tutti i giorni. Anche alla luce di ciò, non dovresti dire “è lampante”, ma lasciare aperta la porta al dubbio. Naturalmente tu, persona di grande obiettività, hai scelto la teoria che ti faceva più comodo, peccato che non stia in piedi. Il solo adattamento ambientale, che è certamente esistente, avrebbe richiesto troppo tempo per produrre i cambiamenti che citavi tu dal momento in cui si stima l’uomo sia comparso sulla terra. E come spieghi il fatto che gli scimpanzé ci siano così vicini nell’aspetto, nel comportamento, e nel patrimonio genetico? Si sono adattati anche loro per fare piacere a noi? Se tu andassi a un congresso e proponessi teorie di questo tipo senza dare una risposta credibile a queste domande, ti darebbero il “Clown Award”, chiedendoti di tornare anche l’anno dopo perché non hanno mai riso così tanto.
E se tu pensi che una pagina su Wikipedia (enciclopedia libera e quindi aperta) siano “prove”, guarda, non entrare mai in Polizia, perché come detective saresti un disastro.
Sui concetti filosofici che esprimi, non avendo studiato filosofia, non posso né confermarti né smentirti, mi limito solo ad osservare che anche se fosse come dici tu (e mi sembra una forzatura), non puoi accostare al nazismo tanti sostenitori odierni della teoria dell’evoluzionismo (che del nazismo hanno solo il disprezzo) solo perché questa è diversa da ciò che sostieni tu: è un’accusa disgustosa e, se sei credente, non credo che Gesù approverebbe. Io fossi in te andrei subito a confessarmi.
Sai che cosa mi dispiace più di tutto? Che se le mie ricerche daranno buoni frutti, a beneficiarne saranno anche delle teste di cazzo come te che denigrano la scienza ogni due minuti ma che poi si guardano bene dall’astenersi dall’utilizzo delle sue applicazioni tecnologiche.
Eh, Gesù, Gesù, povero te, da che gente sei adorato…

francesco

Caro Claudio,
quello che tu chiami comunismo e che altri chiamano o hanno chiamato socialismo reale, non è altro che capitalismo di stato, dove al posto dei ns vari Agnelli, Moratti ecc. c’è tutta una schiera di burocrati statali che di fatto detiene i mezzi di produzione e usufruisce di tutti quei privilegi che hanno da noi le classi più ricche.

Dire che il comunismo come sistema economico genera inevitabilmente una sovrastruttura dittatoriale è ricadere nello stesso errore fatto dai materialisti dialettici, quando affermano l’esistenza di una correlazione meccanica e univoca tra struttura e sovrastruttura.

Altra cosa è il materialismo storico che cerca di interpretare i fenomeni sociali senza quegli elementi deterministi del materialismo dialettico che assegnano una unidirezionalità al rapporto tra materia e idee.
Il materialismo storico afferma che le idee nascono nella sfera delle necessità materiali dell’uomo, ma che queste una volta generate possono camminare con le loro gambe e a loro volta influenzare la sfera materiale, in un rapporto biunivoco.

Per fare un esempio: i materialisti dialettici alla Lenin, Trotsky ecc erano convinti che un sistema economico generasse direttamente e univocamente una certa sovrastruttura e che quando il sistema economico cambiasse, automaticamente cambiava anche la sovrastruttura, perchè quest’ultima direttamente dipendente dal primo e senza una propria vitalità.

La storia ha dimostrato tutt’altro. La presenza di quella sovrastruttura, che loro chiamavano stato proletario e che avrebbe dovuto dissolversi automaticamente, essendo un apparato dirigente oligarchico, non ha fatto altro che riprodurre le stesse forme di sfruttamento di prima, dimostrando come la sovrastruttura possa prendere in un determinato momento il sopravvento e influenzare la struttura stessa.

In poche parole in URSS, in Cina, a Cuba ecc. ecc. le differenze di classe non hanno smesso di esistere e conseguentemente non hanno cessato di esistere i contrasti tra di loro e quindi non ha cessato di esistere il predominio dei pochi sui tanti.

Claudio

Simone, non credo che c’intenderemo mai sulle questioni dibattute e perciò posso anche chiuderla qua. La mia l’ho detta. Aggiungo solo una piccola postilla: tu mi accusi di avere uno stile arrogante e supponente, però io non ho riempito i miei commenti di continui insulti all’interlocutore. A differenza tua. Dunque tra noi due sono io l’arrogante e supponente? Va bene. Così sia, se ti pare. A ciascuno il suo stile.

Caro Francesco, la domanda è: un sistema economico basato sulla collettivizzazione dei beni genera INEVITABILMENTE un apparato dittatoriale? Empiricamente noto che la regola è stata questa, ma le induzioni empiriche non sono sempre affidabili…
Io sono comunque convinto che lo sviluppo dittatoriale sia l’inevitabile sviluppo. Il comunismo marxista prevedeva che una volta realizzata la società nuova lo Stato si sarebbe estinto per autodissoluzione, perchè non più necessario. Purtroppo la previsione, caratterizzata da quell’utopismo che è alla radice stessa del marxismo, è irrealizzabile per due motivi:
1. Le dimensioni. Un sistema economico in cui i beni sono collettivizzati per sua natura funziona solo in comunità relativamente piccole. Sia per motivi tecnici (prevedere e programmare i bisogni di cento persone è possibile, di centomila è difficile, di cento milioni è impossibile) sia per motivi psicologici (l’individuo può facilmente percepirsi come parte di un “noi” di cui bene o male conosce personalmente una significativa quantità di membri, ma se non è così il “noi” tende a scivolare in un lontano e impersonale “esso” e il contributo al benessere della proprietà comune perde la grande motivazione all’efficienza che dovrebbe essere il punto forte del comunismo). La società non può mai fare a meno dello Stato, lo Stato non può mai estinguersi e lasciare a sè stesso l’Uomo Nuovo.
2. L’attaccamento al potere. La necessaria centralità dello Stato non è contemperata dai contrappesi tipici della democrazia liberale. I dirigenti del Partito Unico si affezionano inevitabilmente al potere, e non essendo costretti nè a cederlo nè a condividerlo, lo esercitano al massimo grado. Essi stessi non consentono all’estinzione dello Stato e all’avvento della società di perfettamente uguali. I dirigenti del partito, come hai detto tu, ripristinano le stesse precedenti forme di sfruttamento.
Insomma è l’idea stessa di un’economia centralizzata, che sottrae agli individui la libertà d’iniziativa economica, a portare inevitabilmente alla sottrazione di tutte le altre libertà. Più lo Stato è inefficiente nel soddisfare i bisogni economici dei cittadini (e quanto più grandi sono le sue dimensioni, tanto più lo sarà), più i dirigenti per mantenere il potere dovranno esercitarlo spietatamente.
Poi naturalmente ci sono anche altri motivi per cui uno Stato comunista è destinato a crollare, per esempio l’antiteismo sistematico, ma ora mi sono dilungato anche troppo. E siamo pure OT. Basta così, questo sufficit. Ciao.

Claudio

Simone, non credo che c’intenderemo mai sulle questioni dibattute e perciò posso anche chiuderla qua. La mia l’ho detta. Aggiungo solo una piccola postilla: tu mi accusi di avere uno stile arrogante e supponente, però io non ho riempito i miei commenti di continui insulti all’interlocutore. A differenza tua. Dunque tra noi due sono io l’arrogante e supponente? Va bene. Così sia, se ti pare. A ciascuno il suo stile.

Caro Francesco, la domanda è: un sistema economico basato sulla collettivizzazione dei beni genera INEVITABILMENTE un apparato dittatoriale? Empiricamente noto che la regola è stata questa, ma le induzioni empiriche non sono sempre affidabili…
Io sono comunque convinto che lo sviluppo dittatoriale sia l’inevitabile sviluppo. Il comunismo marxista prevedeva che una volta realizzata la società nuova lo Stato si sarebbe estinto per autodissoluzione, perchè non più necessario. Purtroppo la previsione, caratterizzata da quell’utopismo che è alla radice stessa del marxismo, è irrealizzabile per due motivi:
1. Le dimensioni. Un sistema economico in cui i beni sono collettivizzati per sua natura funziona solo in comunità relativamente piccole. Sia per motivi tecnici (prevedere e programmare i bisogni di cento persone è possibile, di centomila è difficile, di cento milioni è impossibile) sia per motivi psicologici (l’individuo può facilmente percepirsi come parte di un “noi” di cui bene o male conosce personalmente una significativa quantità di membri, ma se non è così il “noi” tende a scivolare in un lontano e impersonale “esso” e il contributo al benessere della proprietà comune perde la grande motivazione all’efficienza che dovrebbe essere il punto forte del comunismo). La società non può mai fare a meno dello Stato, lo Stato non può mai estinguersi e lasciare a sè stesso l’Uomo Nuovo.
2. L’attaccamento al potere. La necessaria centralità dello Stato non è contemperata dai contrappesi tipici della democrazia liberale. I dirigenti del Partito Unico si affezionano inevitabilmente al potere, e non essendo costretti nè a cederlo nè a condividerlo, lo esercitano al massimo grado. Essi stessi non consentono all’estinzione dello Stato e all’avvento della società di perfettamente uguali. I dirigenti del partito, come hai detto tu, ripristinano le stesse precedenti forme di sfruttamento.
Insomma è l’idea stessa di un’economia centralizzata, che sottrae agli individui la libertà d’iniziativa economica, a portare inevitabilmente alla sottrazione di tutte le altre libertà. Più lo Stato è inefficiente nel soddisfare i bisogni economici dei cittadini (e quanto più grandi sono le sue dimensioni, tanto più lo sarà), più i dirigenti per mantenere il potere dovranno esercitarlo spietatamente.
Poi naturalmente ci sono anche altri motivi per cui uno Stato comunista è destinato a crollare, per esempio l’antiteismo sistematico, ma ora mi sono dilungato anche troppo. E siamo pure OT. Basta così, questo sufficit. Ciao.

Francesco

Caro Claudio,
tu scrivi: “Insomma è l’idea stessa di un’economia centralizzata, che sottrae agli individui la libertà d’iniziativa economica, a portare inevitabilmente alla sottrazione di tutte le altre libertà.”

Il punto è proprio qua e sono d’accordo con questa tua affermazione. Ma un’economia centralizzata ha bisogno di uno Stato autoritario ed è proprio quello che è successo nell’URSS post-rivoluzione. Diversa cosa se si fosse lasciato spazio alla capacità autorganizzativa delle varie comunità, se si fosse lasciata la popolazione di sperimentare liberamente la pratica dell’autogestione economica e politica.

Invece lo Stato autoritario dell’URSS, la prima cosa che ha fatto è soffocare il prima possibile queste tentenze (vedi l’Ukraina), perchè pericolosi germi di quell’umanità che rifiuta qualsiasi imposizione centralizzata, qualsiasi paternalismo di quegli individui che, pensando di esserti superiori, pretendono di spiegarti quello che tu stesso desideri.

Pe quanto riguarda il fatto che lo Stato sovietico possa essere crollato anche per il suo antiteismo sistematico, probabilmente c’è anche un pò di questo nella sua crisi.
Per quanto mi riguarda non posso essere contro la religiosità di un individuo, sono contro quando questa religiosità si fa progetto politico funzionale a imporsi al resto della società.
saluti

Commenti chiusi.