Non è il no sul parere di nomina a magistrato di Cassazione, quanto le motivazioni accluse dal Consiglio giudiziario di Ancona che hanno indotto il giudice camerinese Luigi Tosti a scrivere un’ironica lettera al Csm. Tra queste ragioni alcune scelte comportamentali che denotano una inclinazione del magistrato alla mancanza di riserbo … e un difetto di equilibrio e di autocontrollo, avvalorati dalla pretesa di eliminare, quale privato cittadino, il crocifisso dalle aule giudiziarie o di esporre, a fianco del crocifisso, la menorà ebraica. A questa motivazione Tosti ha fatto pervenire al Csm una lettera provocatoria in cui dichiara di essere pentito degli errori commessi e di volersi oggi ravvedere, aderendo all’Anm e a tutte le correnti della magistratura, rinnegando la pretesa di esporre il simbolo della menorà a fianco del crocifisso e considerando il cattolicesimo come l’unica religione depositaria dell’unica vera verità. “Il Csm, cui compete la decisione finale – commenta il magistrato – non ha ancora deliberato sulla mia pratica a distanza di quasi due anni, nonostante diffide e denunce penali per omissioni di atti di ufficio. In compenso, però, la Procura dell’Aquila ha attivato altri sei procedimenti penali, per essermi rifiutato di tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso. Anche per queste nuove accuse – commenta l’interessato – la Procura dell’Aquila si è dimenticata di esporre nei capi di imputazione che il mio rifiuto è nato dalla mancata autorizzazione a esporre a fianco del crocifisso il simbolo della menorà ebraica. Sono curioso di vedere come sarà composto il collegio giudicante, dal momento che il precedente che mi ha condannato è stato composto includendo nel collegio un giudice che si era già espresso a favore della permanenza dei crocifissi ed escludendone un altro che si era espresso in senso opposto. Sono curioso di verificare quali siano i provvedimenti del ministro di Giustizia, della Procura Generale e del Csm per tutto ciò, che ho segnalato con esposto. Sono infine curioso di constatare se l’attuale ministro di Giustizia Clemente Mastella, cui sto inoltrando richiesta, rimuoverà i crocifissi da tutte le aule di giustizia italiane, o se farà orecchie da mercante come il suo predecessore Castelli”.
Il giudice Tosti ironico col Csm: “Rinnego tutto”
2 commenti
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L’Italia è questa! Secondome, dovrebbe chiedere perdono a Ratzinger! Ad ogni modo… al rogo!
A mio avviso non è importante nè rimuovere nè sostituire il Crocifisso da qualunque tipo di aula, l’importante sarebbe riuscire a convincere finalmente la gente che non è quella, nè altre simili, la soluzione di tutti i guai.