Sul relativismo degli incontri di Assisi

Riceviamo da un nostro lettore.

Giovanni Paolo II ha inventato gli Incontri di Assisi per la pace, tra capi religiosi; benissimo, ma ricapitoliamo un momento. Tutti i partecipanti, non v’è dubbio, sono convinti che la loro “ipotesi” religiosa sia quella giusta e che tutti gli altri affondino in un clamoroso errore. Come pure tutti i partecipanti sono convinti che l’adilà sia organizzato in un solo modo, quello da loro fermamente creduto e che non sia neppure immaginabile che ne coesistano diverse versioni, una per i musulmani, una per i cattolici, una per i buddisti, e così via. A questo punto uno si aspetterebbe che i protagonisiti dell’incontro approfittino dell’occasione per, almeno, provare a discutere per mettersi d’accordo e fornire un’unica visione del Creatore e dell’organizzazione da Lui stabilita per l’altro mondo, che possa essere accettata da tutto il Genere Umano. Pensate che conquista! E invece? Neanche per sogno, l’immancabile conclusione, già scontata in partenza, è del tipo: ” Ognuno di noi la pensi e la predichi come vuole, l’importante è non farsi la guerra!”. Sacrosanto! Ma questo è un discorso politico, da Capi di Stato e di Governo, non da Capi Religiosi. Quello che sconcerta è come questi eminenti signori – dei quali tutto si potrà dire meno che siano degli stupidi – non si rendano conto che questa implicita legittimazione delle diverse posizioni non fa che annullarle inesorabilmente tutte. Penso che un più imponente monumento all’ateismo sia difficile da immaginare.

5 commenti

M.

Il mondo è bello perchè è vario.

Credo che il “lettore” autore di questo articolo abbia una visione di religioni diverse tra loro comunque mutuata dal cristianesimo… e ciò a mio avviso sfalsa il nocciolo della questione.

Piuttosto di sedersi a tavolino per sincretizzare e unificare chissà cosa, quello che servirebbe realmente sarebbe l’accettazione da parte di tutti del fatto che ognuno ha diritto alla sua visione e alla sua via senza per forza essere in errore e dover esser quindi “redento” o ripreso in quel che fa o pensa.

Peccato che per certe posizioni e personaggi che le difendono, ciò sia assolutamente impossibile, in particolar modo da parte delle tre grandi religioni monoteiste.

Giuseppe Bertuccelli

“Tutti i partecipanti, non v’è dubbio, sono convinti che la loro “ipotesi” religiosa sia quella giusta e che tutti gli altri affondino in un clamoroso errore.” Questa frase del post è la chiave di lettura di tutto: un mio amico, ex emigrante ed ex credente, mi racconta che quando era in Grmania assisteva sovente a liti di natura religiosa mirate ad imporre il proprio credo. Se ricordate, nel periodo della morte di giovanni Paolo II, a Porta a Porta c’è stato il solito imbecille, ospite di Vespa, che ha esclamato che la religione cattolica è la “migliore in senso assoluto”! Purtroppo il razionalista deve scontrarsi con questa realtà.

Carlo

Sono d’accordo con l’anonimo lettore
@ M: il problema e’ che le religioni, particolarmente quelle monoteiste, hanno dei testi sacri: ora come interpretare la frase “io sono la via, la verita’ e la vita” del vangelo? Mi sembra abbastanza chiara a tutti… Non penso sia possibile che le religioni monoteiste accettino la tua posizione, vorrebbe dire andare contro ai loro testi sacri. E non penso che l’apertura mentale persone che guidano tali religioni possa influenzare questo. Al massimo potranno dire delle religioni dell’altro che non sono proprio sbagliate ma comunque la loro e’ la meglio…

M.

Non tutte le religioni hanno dei testi sacri. Non tutte le religioni, e i loro rappresentanti, dichiarano obbligatoriamente esistere un’unica via. Considerare tutta la varietà delle religioni mondiali col metro di quelle monoteiste è riduttivo e fuorviante.

Siete davvero tanto sicuri, ad esempio, che l’animismo e gli animisti sostengano d’aver ragione solo loro? E che vadano in giro a fare proselitismo e a cercare di convertire il prossimo? Ci sono religioni, come appunto l’animismo, che non hanno una struttura centralizzata sul modello (ad esempio) cristiano, per cui non esiste un’unica voce – nè un unico univoco pensiero – che rappresenti tutti.

I problemi di reale tolleranza e accettazione del diverso sono un problema principalmente monoteista: non allarghiamolo per forza a tutte le religioni del mondo, perchè non sarebbe nè corretto nè reale.
Far di tutta un’erba un fascio senza considerare i dovuti distinguo mette allo stesso livello di chi dichiara di avere l’unica visione possibile.

Vincenzo Cauteruccio

Gli incontri di Assisi per essere completi dovrebbero ospitare un’altra sedia riservata ai non credenti e capire il senso e la pratica che loro affidano a concetti come fratellanza, solidarietà, umanesimo, laicità, tolleranza e volontariato.

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