Pubblichiamo le riflessioni di un lettore sulla legge 40.
Spett. UAAR. Alcune riflessioni sulle Linee Guida che affiancano la Legge 40/2004, tra ricerca sulle cellule staminali embrionali e la Procreazione Medicalmente Assistita. Le Linee Guida sono formulate da commissioni di esperti per medici e mirano, nelle competenze specifiche a cui sono dirette, alla tutela del bene “salute”. Bene calato nella media della popolazione, concreto, in quanto riguarda il benessere, nella prevenzione, nella cura, nella riabilitazione dell’individuo. Non si tutela invece il bene “vita”, termine indubbiamente correlato al primo, ma astratto, esposto al rischio di filosofiche e dogmatiche interpretazioni su come e quando nasca la vita, ovvero sulla stessa definizione di vita. Nel caso della Legge 40, le relative Linee Guida sono garanti del bene salute dell’individuo già in essere, cioè, nella pratica, della coppia e della donna in particolare. Non si rivolgono all’embrione, potenziale accrescimento cellulare, mirato verosimilmente (non sicuramente) alla futura formazione di un individuo. Né possono farlo, perché la garanzia di ipotetici diritti di tale essere in virtuale accrescimento e definizione, può come noto contrastare e ledere il diritto salute-benessere dell’individuo (uomo e/o donna), già concretizzatosi dalla nascita. Dunque la Linee Guida deve essere necessariamente tecnica, pratica, ben lontana da “sterili” motivazioni ideologiche, partitocratriche e, ancor peggio, dogmatiche. Illuminante a tale proposito la scelta ecclesiastica sul referendum in merito a ricerca embrionale e fecondazione assistita, in cui, come non sempre ricordato, ha vinto l’astensionismo sul “sì” e sul “no”. Astensionismo proclamato dalla Chiesa, dopo il fallimento in merito a divorzio e aborto, con abile analisi della passività dell’italiano, spinto più da opinioni sensazionalistiche che documentate. Del resto di questa individualistica passività inculcata nel menoma italiano, proprio la Chiesa è storicamente fautrice. Abbandono subito il mio vagabondare anticlericale e torno alle Linee Guida, per aggiungere che queste, pur indicando un percorso medico nella tutela del bene salute, hanno carattere orientativo. Sono proponibili nella media di una strategia, ma vanno interpretate caso per caso. Il medico non solo può, ma deve modificarle nella scelta terapeutica qualora lo ritenga opportuno, poiché il bene salute, pur appartenendo anche alla collettività, non è mantenuto, rincorso o raggiunto allo stesso modo per ogni persona. A tale proposito, ricordo che attenersi scrupolosamente e acriticamente alle procedure di una Linea Guida, non solleva il professionista da colpa professionale. Potendo e dovendo adattare la Linea Guida al singolo caso, il medico non può servirsene come alibi assoluto in caso di danno al paziente. Inoltre la Linea Guida, proprio per il suo carattere tecnico e pratico, rispecchia una strategia attuale, modificabile alla luce di nuove conoscenze e anche, a maggior ragione, di fallibilità o scarso raggiungimento dei risultati inseguiti. Per questi motivi, ritengo che le Linee Guida, applicate alle restrittive e lacunose disposizioni di legge inerenti la ricerca sulle cellule embrionali e la Procreazione Medicalmente Assistita, siano da rivedere non secondo impulsi istintivi, dogmatici e fideisti, ma con scienza. Applicata al bene salute della donna e del suo partner. Fecondi saluti.
l’autore ringraziae, ovviamente, concorda.
Con una postilla: comunicare il tutto anche alla Ministero della Salute.
A nome dell’UAAR. Personalmente ho inoltrato il mio articolo anche alla Dott.ssa Cossutta, nominata proprio per una revisione in tal senso. Almeno spero.