Sinodo valdese a favore della “storia delle religioni”

Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste (Torre Pellice, 20-25 agosto) ha denunciato “l’unilateralità di un insegnamento religioso confessionale nella scuola pubblica di fronte ad una società sempre più multiculturale e multireligiosa”, esprimendosi sull’opportunità di introdurre nella scuola pubblica italiana un insegnamento critico del fatto religioso in quanto fatto culturale, che si traduca sul piano didattico in una “storia delle religioni”. “Soltanto una scuola democratica – si legge nell’ordine del giorno approvato –, capace di affrontare istituzionalmente il problema religioso, può contribuire efficacemente a prevenire le forme di razzismo e le derive delle diverse forme di fondamentalismo che minacciano la cultura italiana ed europea”. “La posizione del protestantesimo storico in Italia – ha affermato il 23 agosto in una conferenza stampa Ermanno Genre, docente della Facoltà valdese di teologia –, fa propria l’idea che l’informazione sul fatto religioso sia fondamentale per la formazione della persona. Bisogna però confrontarsi anche con il nuovo contesto sociale, politico e culturale dell’Italia – ha proseguito –, con una società mutata radicalmente negli ultimi 20 anni, che per la prima volta presenta un pluralismo culturale e religioso legato alle migrazioni. L’insegnamento del fatto religioso come fatto di cultura nella pluralità delle sue espressioni – ha concluso Genre –, sotto la responsabilità dello Stato e in piena autonomia dalle ingerenze confessionali, sarebbe un grande contributo della scuola pubblica alla società per prevenire e combattere il razzismo e il pregiudizio”. Per Nicola Pagano, ex dirigente scolastico intervenuto alla conferenza stampa, è auspicabile un insegnamento di storia delle religioni che tenga conto dello sviluppo cognitivo degli alunni, mentre è da bocciare con forza l’insegnamento religioso prima della scuola elementare. “L’insegnamento concordatario mono-confessionale della religione cattolica – ha affermato – è chiaramente insufficiente dal punto di vista pedagogico e culturale, non è più all’altezza dei tempi e delle esigenze dei giovani. Esso deve essere sostituito con un insegnamento fatto con rigore storico, che tenga conto dell’approccio diversificato dei cittadini alla religione”. Genre e Pagano sono autori di due libri sull’argomento pubblicati dall’editrice Claudiana: E. Genre – F. Pajer, “L’Unione Europea e la sfida delle religioni. Verso una nuova presenza della religione nella scuola”, Claudiana 2005; N. Pagano, “Per una storia delle religioni. Un’alternativa laica all’ora di religione nella scuola pubblica”, Claudiana 2006.

Fonte: ICN-News, Notizie dal mondo evangelico

Seppur in modo diverso rispetto all’UAAR, anche dal protestantesimo italiano si sente finalmente il bisogno di intervenire con più vigore nei confronti dell’insegnamento della religione cattolica. 
 

Un commento

mauro cassano

Non si può che considerare attentamente la posizione valdese. Forse però bisognerebbe orientarsi su un insegnamento storico sia delle religioni sia delle concezioni etiche non religiose: ciò è una realtà da molto tempo in alcuni paesi europei come la Norvegia. Tuttavia la questione sollevata dai valdesi è interessante e va discussa con estrema serietà.

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