Iran: nuovo giro di vite contro stampa riformista

Nuovo intervento delle autorità conservatrici contro la stampa riformista in Iran. Il più importante quotidiano di questa tendenza, “Sharq” (Oriente), è stato chiuso per ordine del Consiglio governativo di sorveglianza della stampa, che ha anche decretato la messa al bando di una rivista di tendenze liberali, “Nameh” (Lettera). Si tratta soltanto dell’ultimo giro di vite, poiché a partire dal 2000 decine di giornali e riviste, in grande maggioranza riformiste e pro-democratiche, sono state messe al bando dalla magistratura e molti giornalisti incarcerati. Sharq è stato chiuso per avere rifiutato un’ingiunzione fattagli un mese fa dal Consiglio di sorveglianza perché cambiasse il direttore, Mehdi Rahmanian, che per tutta risposta ha messo in discussione la competenza dell’organismo governativo nel dare un tale ordine. In una lettera allo stesso Rahmanian, il Consiglio ha fatto sapere che da domani il giornale non potrà più essere nelle edicole, dopo aver ricevuto negli ultimi anni ben 70 ammonimenti e richiami all’ordine per articoli e notizie che ad avviso delle autorità configuravano reati di diverso tipo. Tra questi, “insulti alle figure religiose, politiche e nazionali del Paese”, pubblicazione di materiale “eretico” e “istigazione alla discordia in violazione degli ordini del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale”, l’organismo guidato da Ali Larijani che è responsabile tra l’altro delle trattative sul programma nucleare iraniano. La rivista Nameh è invece stata chiusa dopo avere pubblicato una composizione della poetessa Simin Behbahani, il cui contenuto è stato giudicato non consono alla stampa. La stessa Behbahani, che ha 79 anni, era rimasta contusa mentre partecipava l’8 marzo scorso a Teheran ad una manifestazione di donne, dispersa con la forza dalla polizia. […]

Fonte: Swiss Politics

5 commenti

Ataulfo

Speriamo in una versione locale e tragicamente troppo a lungo attesa della Rivoluzione Francese.

Lorenzo L. Gallo

speriamo di non finire come loro. In fin dei conti, eravamo così anche noi fino ad un secolo fa, epoca che l’attuale regime vaticano rimpiange con ostentazione.

pietro

Negli Usa non c’è bisogno di provvedimenti particolari. La stampa è nelle mani di grosse compagnie capitalistiche che hanno una unica linea politica: fottere i lavoratori e le nazioni povere del mondo.
Basta vedere la ridicola campagna di retorica sull’undici settembre senza alcun reale approfondimento sulla verità dei fatti

Gianni

COMUNQUE E’ UN PAESE CON CUI L’ITALIA E’ IN AFFARI.
PRODI E’ STATO CRITICATO PER QUESTO DALL’EX AMBASCIATORE USA IN ITALIA PETER SECCHIA (SUO AMICO) E SOLO IERI CASINI ERA LI’. MI SEMBRA SENZA CRITICHE DA PARTE DI NESSUNO

Wilde

@Ataulfo: ci sarebbe già stata se la politica estera (vedi bombardamenti etc.) degli Stati Uniti non li avesse fatti unire sotto la persona che gli pareva più forte e risoluta. Ho letto spesso le interviste dell’ex premier Iraniano e pareva non solo una persona moderata ma amche intelligente. Solo che, poverino, aveva assunto la parte della vittima quando andava in visita in altri stati o rilasciava interviste, spiegando a cosa serviva l’energia nucleare in Iran (Ie. abbattere il costo dell’energia elettrica e farla arrivare a tutta la popolazione).
In ogni caso rimango convinta che Mahmoud Ahmadinejad sia un agente della CIA. Messo lì apposta per fomentare in maniera assurda l’odio del paese per l’occidente e dare una scusa al signor Bush per attaccare qualcun altro e rimpinzare le tasche dei fabbricanti di armi belliche americani.

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