La tempistica è casuale, ma il giorno dopo la commemorazione dell’11 settembre le parole di Benedetto XVI sul fondamentalismo islamico vengono applaudite quasi da tutti negli Stati Uniti. «Sarebbe ora che anche gli altri leader religiosi parlassero così, in particolare quelli musulmani», commenta il filosofo dell’American Enterprise Institute Michael Novak. Richard John Neuhaus, il direttore delle rivista «First Things» che viene considerato l’ambasciatore dei cattolici nell’amministrazione Bush, nota una convergenza dialettica tra Washington e il Vaticano: «Subito dopo l’11 settembre, il presidente aveva fatto molta attenzione a distinguere tra la religione musulmana, definita sempre pacifica, e gli estremisti che la dirottavano col terrorismo. Negli ultimi mesi parla più spesso del radicalismo islamico o dell’islam radicale». Bush e Benedetto XVI, secondo Neuhaus, «non stanno dicendo che tutti i musulmani sono estremisti, però riconoscono che la questione degli insegnamenti islamici sul rapporto fra Dio, la ragione, la fede e la violenza va affrontata meglio. Il concetto di jihad, in poche parole, non è estraneo a questi insegnamenti». Affermare che tutti i musulmani sono violenti per natura significherebbe scatenare una guerra senza quartiere contro un miliardo di persone, ma secondo Neuhaus «è necessario notare la differenza culturale nella concezione di Dio, con l’obiettivo di influenzare per quanto è possibile gli insegnamenti». […] Charles Kupchan, professore alla Georgetown University e direttore degli Studi Europei al Council on Foreign Relations, si trova sulla sponda politica che potrebbe non apprezzare le parole del Papa: «Io – avverte – non ho condiviso quasi nulla della strategia antiterrorismo scelta dall’amministrazione Bush, a partire dall’Iraq. Però – aggiunge – lo sforzo compiuto per cercare di separare la grande maggioranza dei musulmani dai terroristi che dirottano la loro religione accomuna il presidente americano, Benedetto XVI, e politici di tradizione diversa come il premier bitannico Blair». […]
Il testo integrale dell’articolo di Paolo Mastrolilli è stato pubblicato sul sito della Stampa
Sulla falsariga un articolo non firmato (attribuibile quindi al direttore) pubblicato oggi sul Foglio (“discorso colossale e inequivoco”).