Niente gay a Notre Dame

Quella che segue è la disavventura capitata a un giovane giurista italiano, F.D., domenica scorsa a Parigi, fermato dalla polizia, fatto salire su un autobus surriscaldato, rinchiuso per ore in una cella del commissariato di Clignancourt e insultato dagli agenti, per aver partecipato alla protesta pacifica e non violenta contro il battesimo della piazza di fronte a Notre-Dame, che ormai si chiama place Jean-Paul II, dal nome dell’ultimo papa defunto. […] Secondo la giornalista Aline Paillier, che ha raccontato su vari siti Internet di essere stata anch’essa molestata dai poliziotti, domenica scorsa a Parigi «c’era l’intenzione specifica di reprimere gli omosessuali» da parte della polizia. Nei giorni precedenti il battesimo della piazza, infatti, la polemica sulla scelta del nome del papa polacco era stata profonda. Tanto che il 13 giugno scorso il comune di Parigi ha approvato il cambiamento toponomastico con una maggioranza del tutto inedita, con la coalizione di sinistra spaccata: Verdi contro e Ps a favore assieme all’opposizione di destra, Ump e Udf. Il fermo dei manifestanti è durato alcune ore. Un po’ più a lungo degli altri, invece, per F.D. perché si è rifiutato di firmare il processo verbale, già pre-compilato, che gli hanno sottoposto i poliziotti. Un documento in cui l’arrestato riconosceva ingiustamente di aver compiuto atti contro l’ordine pubblico.

Il testo integrale dell’articolo di Anna Maria Merlo è stato pubblicato sul Manifesto del 10 settembre