Staminali, tecnica salva-embrione?

La rivista Nature ha pubblicato il 24 agosto un articolo del dottor Robert Lanza, della Advanced Cell Technology, dal titolo: “Linee di staminali embrionali umane derivate da un singolo blastomero”. È questo un avanzamento del sapere scientifico di grande portata: sino ad oggi, le linee di staminali embrionali umane non si potevano ottenere da un singolo blastomero (le cellule che compongono l’embrione preimpianto, la blastocisti, costituita da 60 – 120 cellule) ma, con grande difficoltà tecnica, solo dall’insieme dei blastomeri distruggendo l’embrione. […] Lanza non mente né falsa i dati ma, con grande senso di responsabilità e senza voler creare false aspettative, dichiara che si dovrà lavorare per migliorare la tecnica prima di impiegarla. Che si chiede di più alla impresa scientifica? Ebbene, in Italia questa storia viene raccontata in modo del tutto falsato. Vengono riprese le obiezioni ideologiche del rappresentante delle attività Pro-Vita della Conferenza cattolica episcopale americana, Richard Doerflinger, e presentate non come legittime critiche ma come se Doerflinger avesse dimostrato che il lavoro è falso solo per averlo così etichettato. Ciò non aiuta il dibattito, ma lo falsa pesantemente. Il giornalismo scientifico ha precise responsabilità di informazione dei cittadini, responsabilità alle quali non si può sottrarre in nome dello scoop. Per di più un falso scoop: che innesca una reazione a catena di impoverimento culturale che porta influenti testate a dedicare editoriali denigratori dell’impresa scientifica tout court, senza verificare le fonti. Dichiarando “bufale” importanti lavori scientifici, paragonando Lanza a Totò nella vendita della fontana di Trevi. L’impresa scientifica merita rispetto, è fatta di tanti idealisti e tanti giovani che si sacrificano quotidianamente nei laboratori senza interessarsi degli indici di borsa. Se oggi combattiamo con successo tante malattie lo dobbiamo all’impresa scientifica.

Il testo integrale dell’articolo di Carlo Alberto Redi è stato pubblicato su Repubblica Salute