Bush contro i diritti di Ginevra

Da due giorni, in tono sempre più aggressivo, George W. Bush preme sul Senato perché approvi un suo disegno di legge «che chiarisce e rafforza», afferma, ma che in realtà vanifica l’articolo 3 della Convenzione di Ginevra sul trattamento umano dei prigionieri di guerra. La legge istituisce delle Commissioni militari, ossia dei tribunali speciali (dichiarati illegali dalla Corte suprema lo scorso giugno) per i processi dei detenuti a Guantanamo, e convalida tutte le «procedure alternative» adottate dalla Cia nei loro interrogatori. Secondo il presidente, è uno strumento indispensabile per vincere la lotta contro il terrorismo, ma la Commissione alla difesa del Senato l’ha respinta con 15 voti a 9, e il Washington Post l’ha denunciata come «la legge delle torture ». L’Ue l’ha criticata, invitando George W. al rispetto dei trattati internazionali. Il tentativo di Bush di riscrivere la Convenzione di Ginevra ha lo scopo non soltanto di consentire la condanna a morte dei terroristi e lasciare il massimo margine di azione alla Cia, ma anche di evitare ai militari e agenti segreti americani di essere incriminati per crimini di guerra in relazione alle stragi dei civili in Iraq e alle sevizie nel carcere di Abu Ghraib. Nei processi dei tribunali speciali, infatti, verrebbero nascoste agli imputati le prove a loro carico, e negli interrogatori verrebbero vietate solo le violazioni più serie dell’articolo 3. Uno scenario che ha indotto 4 senatori repubblicani a votare con i democratici contro il presidente, e che ha spinto l’ex segretario di stato Colin Powell a uscire dal suo silenzio e rompere clamorosamente con lui e Condi Rice. Auna conferenza stampa nel Giardino delle rose della Casa Bianca venerdì e nel discorso radiofonico settimanale ieri, George W. si è scagliato contro il Senato, accusandolo di attentare alla sicurezza nazionale. Il presidente ha smentito che la sua legge disconosca la Convenzione di Ginevra: «La Convenzione è troppo vaga e ambigua, il mio progetto precisa semplicemente ciò che è legale nel suo ambito». Ha inoltre sostenuto che «il programma della Cia ha salvato numerose vite umane in America e nei Paesi alleati, e deve proseguire o avremo altre migliaia di vittime». […]Per preservare la sua strategia nella lotta al terrorismo, George W. è ricorso ai legali del Pentagono, che hanno firmato una lettera di appoggio alla nuova legge. E ha asserito che «quanto prima essa verrà approvata, tanto prima i terroristi risponderanno alla nostra giustizia». […] Il presidente intensificherà la sua battaglia all’Onu la prossima settimana, con un discorso in cui richiamerà gli alleati «all’obbligo morale di sostenere le forze moderate in Medio Oriente e di piegare le forze del male». Ma non gli sarà facile trovare alleati: il re di Giordania Abdallah ieri lo ha criticato in un’intervista ad Al Hayat, osservando che «la reazione americana all’11 settembre del 2001 ha contribuito a rafforzare il terrorismo e consentito agli estremisti di tentare di staccare l’Oriente dall’Occidente».

Fonte: Corriere.it

Raggiungibile a questo link un articolo sul dibattito interno ai repubblicani