Il procuratore Marcello Maddalena ha chiesto ieri mattina di acquisire informazioni sui fatti avvenuti in via Saluzzo 38 nella notte tra mercoledì e giovedì e riferiti da «La Stampa». Don Piero Gallo, il parroco di San Salvario che undici anni fa aveva denunciato la microcriminalità, l’immigrazione selvaggia e le tensioni tra gli abitanti del quartiere, ha riferito di aver assistito dalla sua finestra, quella notte, al pestaggio di un maghrebino in fuga dopo un tentato furto. Era stato lo stesso don Gallo che, telefonando al 113, aveva contribuito a far catturare ladro, che era stato scoperto in un cassonetto della spazzatura. «Un carabiniere ha lottato con quell’uomo, nel frattempo è arrivata una seconda pattuglia e l’immigrato è finito a terra ammanettato», ha raccontato don Gallo. «A quel punto, il più possente dei carabinieri ha sferrato un calcio in faccia al giovane steso a terra. Per un po’ il maghrebino non si è più mosso e ho avuto paura che fosse morto. Poi, i militari hanno cominciato a scrollarlo finché l’hanno tirato su e, barcollante, l’hanno trascinato verso una delle auto». Nel sacerdote quella inutile aggiunta di violenza ha suscitato un conflitto di coscienza: «Continuavo a dirmi che per fare qualcosa di positivo, avevo creato una situazione ingiusta. So, come sanno i vicini che hanno assistito alla scena, che carabinieri e poliziotti sono esposti a mille pericoli, che sono frustrati da norme inefficaci, che a volte sono derisi e persino picchiati dagli spacciatori. Ma a certe reazioni non si può arrivare…». Dal parroco dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ieri mattina sono andati due ufficiali dell’Arma che hanno preso a verbale la ricostruzione dei fatti. La relazione sarà inviata al pm Paolo Toso, titolare delle indagini, al quale sono già pervenuti i certificati medici con le prognosi accertate: 5 giorni per il militare che ha ingaggiato il corpo a corpo con il fuggiasco e 7 per l’arrestato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Ieri, intanto, sulla vicenda sono arrivate alcune prese di posizione che giustificano la reazione del carabiniere. E la parrocchia ha ricevuto alcune telefonate di insulti insieme con le espressioni di amicizia di chi ha considerato l’intera ricostruzione dei fatti, dalla telefonata al 113 in avanti. […]
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