Papa, politici italiani: “Stop alla polemica”

Le dichiarazioni di papa Benedetto XVI sull’Islam suscitano reazioni anche da parte del mondo politico italiano, che ritiene sufficiente il chiarimento fornito dal Vaticano. Con la sola eccezione del ministro Di Pietro, secondo il quale il Pontefice dovrebbe chiedere scusa al mondo islamico. Per il presidente del Consiglio Romano Prodi “non vi può essere alcuna polemica, il Papa ha già chiarito il senso autentico del suo pensiero”. “Il dialogo religioso – prosegue il premier – e il rispetto di ogni sede sono essenziali e la religione non giustifica la violenza. Tutte le religioni debbono perciò essere impegnate per il dialogo, la reciproca convivenza e la pace nel mondo”. “In un momento come questo nessuno, nemmeno il Papa, può farsi sfuggire affermazioni che possano alimentare una situazione già esplosiva”. Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, afferma che le parole del Papa sull’Islam “hanno messo benzina sul fuoco ed è giusto che egli si scusi e dia le spiegazioni dovute”. “Nel Vangelo Gesù insegnava di porgere l’altra guancia. In ultimo – sottolinea Di Pietro – le spiegazioni dovrebbero arrivare direttamente dal Papa, perché la questione non può essere lasciata nelle mani di un portavoce”. Di diverso avviso il ministro degli Esteri Massimo D’Alema: “Le precisazioni della Santa Sede hanno compiutamente chiarito il senso autentico delle parole” di Benedetto XVI sul mondo islamico e la guerra Santa. In quest’ottica il vicepremier si augura “sinceramente che ogni possibile malinteso sia dissipato e che possano perciò rientrare le reazioni emotive generatesi nel mondo islamico”. Silvio Berlusconi va oltre: “Mi sembra che le parole del Papa fossero assolutamente legittime: erano, se vogliamo, una apertura, una provocazione positiva e quindi non credo che da parte nostra si possa avanzare alcuna riserva nei confronti delle sue parole e del suo operato”. “E poi – conclude il leader della Cdl – questo è un grande Papa, con una grande intelligenza”. “Credo che non abbia offeso l’Islam – dice il leader di An Gianfranco Fini – Non c’è nulla di male nel dire che in alcune pagine del Corano c’è scritto che la spada può servire per affermare una religione”. Da parte sua, il vice coordinatore nazionale di Forza Italia Fabrizio Cicchitto osserva che “la risposta di una parte del mondo islamico al discorso di Benedetto XVI è insieme imbarazzante e inquietante”. Per il vice presidente della Commissione Ue Franco Frattini “è molto importante ora che il Papa non venga lasciato solo”. E ancora: “Siamo di fronte al tentativo subdolo di manipolare le parole del Pontefice e di alimentare una pericolosa tensione internazionale. Mi aspetto la solidarietà del mondo musulmano, religioso e politico che non può e non deve perdere questa occasione di battere l’esercito della manipolazione, della violenza”. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini bacchetta il mondo cristiano: “Prodi ha detto che il Papa ha chiarito, Berlusconi ha detto che sono parole legittime. L’Occidente si deve vergognare se dobbiamo chiedere spiegazioni al Papa. Non abbiamo bisogno di giustificare frasi che si giustificano da sole. In nome di Dio non si fanno guerre sante e non si uccide la gente”. E Luca Volontè, capogruppo dell’Udc alla Camera, chiede all’Europa di sospendere le procedure di ammissione della Turchia: “Erdogan, nel cui Paese non vigono i diritti umani, il rispetto delle donne né la libertà religiosa, definisce sgradevoli i richiami alla storia,alla ragione e alla fede del Papa. L’Ue sospenda le procedure di verifica per la domanda di adesione turca”. Il leghista Roberto Calderoli usa toni ancora più forti: “Mi chiedo quando qualche demente della sinistra arriverà a chiedere le dimissioni di Papa Benedetto XVI reo, secondo i dementi, di avere offeso il mondo islamico. Il messaggio del Santo Padre era di dialogo e di pace”. Poi l’esponente del Carroccio riesuma un episodio che lo vide protagonista quando era al governo: “Ad ogni buon conto da domani mi rimetterò la maglietta che mi ha fatto dimettere da ministro: se vogliono possono ammazzarmi ma non possono più farmi dimettere da niente!”.

Fonte: Repubblica.it

2 commenti

ASCOLI PICENO

Premesso che secondo me il Papa avrebbe fatto meglio a tacere perchè con i FANATICI non c’è dialogo e c’è il rischio che scatenino altre stragi, quello che ha detto è sacrosanto e sono vergognosi gli attacchi che sta ricevendo da più parti, dai cosiddetti moderati europei, pseudo-pacifisti. Addirittura si pretendono anche le scuse… TRADOTTO… dobbiamo anche questa volta dare il culo e farci sottomettere dall’arroganza di chi è ancora indietro nel tempo.
A questo proposito Pierferdinando Casini riferisce, in un colloquio con il Corriere della Sera, le parole a lui pronunciate dalla scrittrice Oriana Fallaci (da sempre atea, laica, liberale). I due viaggiarono insieme sull’aereo New York-Roma, l’ultimo viaggio della scrittrice. Come racconta l’ex presidente della Camera, riguardo a Benedetto XVI Fallaci ha sottolineato: «Gliene faranno di tutti i colori, lo martirizzeranno a causa delle semplici verità che ha dentro di sé».

L’ESEMPIO DI UNA DONNA CHE NON HA I PARAOCCHI E CHE, SEMPRE CRITICA VERSO IL VATICANO, SA’ RICONOSCERE ANCHE I SUOI MERITI…
PERCIO’ SAREBBE ORA DI PIANTARLA CON QUESTI ATTACCHI STRUMENTALI AL PONTEFICE

homo interrogans

Il redivio ascoli.
Con altre vesti, con lo stesso prosciutto sugli occhi e tra i denti (è per questo che urli?).
Prima di risponderti cum gaudium et spes, una precisazione.
I commenti dei vari politici, uomini spesso esercitanti una professione con somma inettitudine e ben saldi alla propria poltrona in quanto, come i ministri del vaticano, hanno una veste sacrale ed intoccabile agli occhi del popolo, dimostrano ancora una volta, con una costanza che è davvero tragicomica, il marchio del potere in uno Stato apparentemente laico. E apparentemente democratico.
Tutti a testa alta nel far quadrato di parole a difesa del sommo padre (è proprio vero che la famiglia tradizionale è importante per lo Stato Vaticano e i nostri pensieri quotidiani: il sommo papà e la santa mamma chiesa).
In uno Stato laico un politico degno del proprio ruolo avrebbe evitato commenti, o, quantomeno, aperti schieramenti, che, da un lato o dall’altro, fomentano le incomprensioni.
Apprendo ora della suora uccisa in qualche angolo del mondo africano. Notare le prime notizie dei media: la suora, di cui ovviamente non importa fornire le motivazioni della sua presenza in quel luogo, è stata uccisa proprio dopo le minacce degli islamici conseguenti al discorso papalino. L’unica ipotesi rafforzata dalla televisione non appena appresa la notizia, in assenza di conferme o ulteriori particolari, è dunque questa.
Il messaggio, implicito, ma nemmeno tanto, è che fanatici islamici hanno raccolto la condanna e massacrato una buona cristiana
(a proposito, ascoli, se scrivi fanatici in maiuscolo dai molta importanza al termine e, per quanto ti riguarda, suggerisci rabbia e bava buccalis di chi blatera per imporre una verità, ergo un atteggiamento fanatico).
Preciso che questa ipotesi potrebbe essere la vera tra le tante, ma è il modo di informare che mostra, unitamente alle dichiarazione dei politici, quanto il potere vaticano sia fertile e assillante in ogni ambito della vita statale.
Preciso che la mia diffidenza condita da dichiarata ostilità va a tutte le religioni, e in particolari alle monoteiste, in quanto, succube e pregne della pretesa di detenere la Verità, non possono che portare tensioni, incomprensioni, odio.
Nello specifico, sopra la mia critica nei confronti delle reazioni delle comunità islamica, c’è la frase documentata del Papa. E il fatto che si sia trattato di una citazione storica nei confronti dell’avanzata di Maometto, non fa cadere le responsabilità del Benedetto. Intanto la citazione era riferita da un sovrano preoccupato nel contesto storico dell’acquisizione di potere del profeta e non aveva il valore di una condanna assoluta nei confronti di una religione ancora in divenire. Dunque il Papa l’ha utilizzata a sproposito senza spiegare le motivazioni di quella frase. Inoltre, tra le tante citazioni, anche a favore di un dialogo con l’islam, ha utilizzato proprio questa, ben conoscendo, spero, il significato delle parole di condanna.
Meno male che si era appena conclusa ad Ascoli il summit delle religioni in cui si blaterava di dialogo (del resto, per quanto sopra scritto, ho sorriso anche allora; a meno che non si intendesse il comune dialogo dei ministri delle religioni, mirato all’interesse comune della spartizione del potere sulle masse).
Per terminare, illustre ascoli piceno e dintorni, aggiungo che la citazione delle opinioni, filtrate e sommarie, della signora Fallaci non danno autorità ai discorsi papalini.
Personalmente ho una parziale stima per la scrittrice scomparsa, anche se non ne condivido gli ultimi scritti, perché le riconosco il valore di essere una delle poche persone che sanno dare un contenuto alle proprie idee con il coraggio e l’energia di esprimerle.
Ma ecco che anche lei diventa un simbolo.
E’ un nome da citare con assoluta autorevolezza, nell’ottica che abbiamo noi italiani dell’ipse dixit.
L’infallibilità papalina è già di per se un dogma schizoide.
Ricordo che è stato proclamato nel 1870, guarda caso proprio quando l’autorità temporale del papa era messa in discussione dall’avanzata dei piemontesi e dei garibaldini (oltre che dalla complicità dell’Inghilterra e dall’incuria di Francia ed Austria).
Allora, qualcuno, e magari proprio voi ferventi cattolici, mi spieghi questo: se è vera, riguarda tutti i papi, o i papi presenti a rappresentare il potere sulle masse nel nome del divino dal 1870 in poi?
Nella seconda ipotesi, da Pio IX in poi i papi sono infallibili quando parlano di teologia, altra disciplina schizoide, in quanto pretende di calare l’immaginario e il simbolo nel concreto, con risultati esilaranti come quello dell’assunzione in cielo del corpo fisico o della verginità della madonna; nel primo caso, a questa schizofrenia è da aggiungersi che è stata altresì infallibile, e dunque non criticabile, la scelta da parte dei pontefici di guerre e stermini (dimenticavo: lo fanno ancora adesso, soprattutto per il libero arbitrio dell’uomo).
Tornando alla Fallaci, e, per l’appunto, alla sua fallibilità, ecco il tipico modo di essere di noi italiani: prendiamo una persona, abile, la innalziamo ad icona, la glorifichiamo, ci sentiamo a lei partecipi e ogni sua parola, isolata dalla capacità di inserirla in un contesto costruttivo, diviene informazione immediata, sensazionalistica, da utilizzare quale simbolo di una verità incontestabile.
La Fallaci come il Papa? Come Aristotele? Tolomeo?
Sono alcune sue frasi che dimostrano che il Papa ha ragione o le funzioni e le parole di questo sommo pontefice, calate nel contesto della realtà, a farmi sospettare che il Potere sia un abile e costante, secolare esercizio di questi messaggeri divini sulla mente e sui corpi delle masse?
Ancora un’osservazione, a concludere l’apologia fallaciana.
Dopo avere deificato ed osannato il personaggio di turno, l’italiano si ritiene soddisfatto e torna alla sua inerzia, condita solo di parole di compiacimento nella ristretta cerchia del suo campo espressivo.
Incapace o disinteressato ad agire nella stessa direzione di colui a cui proclama stima.
Fatalista.
Nell’attesa di un nuovo, grande personaggio.
Come fosse un messia.
E’ il nostro atteggiamento. Indovina chi ce lo inculcato?
Saluti messianici.

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