I banchi di scuola come «occasione per prepararsi a vivere insieme, in uno spirito di tolleranza e di libertà, nel rispetto di valori e regole condivisi». È l’indicazione che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dà non solo agli alunni italiani ma ai tanti studenti stranieri presenti sempre più numerosi nelle nostre scuole. Un invito rivolto nel corso della cerimonia di inaugurazione ufficiale del nuovo anno scolastico dal cortile del Quirinale. Infatti, se la scuola -come ricorda Napolitano- è «palestra di vita», oggi questa ‘palestrà «ha ampliato i suoi confini, perchè accoglie tanti studenti stranieri. Sui banchi di scuola -osserva- c’è sempre stato un confronto di idee, di tradizioni e di abitudini diverse. Oggi, le tradizioni e le culture che si incontrano sono ancora più numerose e varie; quindi, sempre più saranno le occasioni per prepararsi a vivere insieme in uno spirito di tolleranza e libertà nel rispetto di valori e regole condivisi». Rivolgendo dunque un particolare augurio agli studenti stranieri, Napolitano si dice al corrente delle «difficoltà da superare, che sono per voi spesso più grandi. Sono difficoltà che ben comprendiamo», assicura il presidente perchè «anche gli italiani sono stati emigranti e hanno dovuto affrontare gli stessi ostacoli. Per voi è ancora più importante che per per i ragazzi italiani l’impegno a conquistare un patrimonio di conoscenze che vi aiuti a sentirvi sempre più cittadini in Italia, nuovi cittadini di una comune patria». In tal senso, «la scuola rappresenta uno strumento di equità e di sviluppo, un luogo ideale di confronto, uno spazio aperto a tutti, senza preferenze e discriminazioni», sottolinea Napolitano.
Napolitano: «La scuola insegni la tolleranza»
7 commenti
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sono delle bellissime parole quelle di Napolitano, ma purtroppo, con il dominio della cultura cattolica in Italia, eliminare le discriminazioni (orientamento sessuale, credenze religiose,…) è una cosa molto difficile
Invece di tolleranza parlerei di rispetto…in ogni caso il discorso è nella giusta direzione…scuola come uno spazio aperto a tutti, senza preferenze e discriminazioni.
Peccato che la realtà è ben diversa!
ecco, magari reintroduciamo il consumo di maiale nelle mense scolastiche. E poi si insegni a costoro ad essere tolleranti con chi mangia salame e si beve una birra….
Insegnare la tolleranza? Per farlo bisognerebbe come minimo eliminare l’ora di religione (fonte delle magiori INtolleranze) e fare un’ora di educazione civica in più. E non sarebbe ancora abbastanza.
Bravo Napolitano! Ma alle parole devono seguire i fatti! Pertanto, se è vero che la scuola ha lo scopo di “vivere insieme in uno spirito di tolleranza e libertà nel rispetto di valori e regole condivisi”, allora la scuola può essere solamente pubblica. Perchè è l’unica che riesce ad abbatte le barriere sociali, economiche e culturali! Per cui smettiamo di consegnare parte dei soldi pubblici a scuole confessionali (sia pure parificate) e dirottiamole verso le scuole pubbliche (=di tutti).
Ciao
Quelle del presidente Napolitano sono parole equilibrate che evidenziano sensibilità verso le questioni della laicità e dell’integrazione. Sono interpretabili nel senso di un’estensione giusta e auspicabile della cittadinanza ai nuovi italiani e rispecchiano la necessità di interpretare la Costituzione come “spazio comune”. E’ un invito da cogliere immediatamente al volo con provvedimenti normativi ad hoc e con forme di educazione alla tolleranza e al rispetto che di certo trascendono gli sterili discorsi sulle abitudini alimentari riferite da qualcuno non si sa bene se ai musulmani soltanto od anche agli ebrei. forse è il caso che si indaghino le origini di queste pratiche (che prima che religiose sono totemiche) invece di cianciare tanto e a vuoto: ma di certo questa è un’altra questione.
Caro presidente Napolitano,
Dici che «la scuola rappresenta uno strumento di equità e di sviluppo, un luogo ideale di confronto, uno spazio aperto a tutti, senza preferenze e discriminazioni».
Ebbene ho due figli, uno va alla scuola materna e l’altra a quella elementare.
Ti informo che la scuola pubblica ghettizza gli alunni in base alle scelte religiose dei loro genitori: chi sceglie di avvalersi dell’insegnamento (facoltavito) di religione cattolica (IRC, pagata sia come strutture che come docenti dallo Stato, ma scelta di assunzione a cura dei vescovi con evidente discriminazioni per motivi religiosi) da una parte, chi sceglie di non avvalersi dall’altra.
E su questo ultimo caso pesa la discriminazione: mancano fondi e risorse per attivare l’ora didattica prevista per chi non si avvale dell’IRC, spesso e’ impossibile non far frequentare la scuola per chi non si avvale dell’IRC perche’ questa (che scuola dell’obbligo non e’) e’ all’interno del’orario scolastico e non ad esempio, la domenica mattina.
Tutto cio’ e’ dovuto ad un patto che occupa l’art. 7 delle Costituzione.
Che ne diresti di rivolgerti al Parlamento e solleciarne l’abrogazione?
Cordialita’
Roberto Grendene