Scienza e filosofia

Con Vattimo e Regge, con Severino e Odifreddi, con Giorello, Boncinelli e altri, i rapporti tra filosofi e scienziati sono sempre più agitati. Ma scienza e filosofia sono fatte per procedere insieme, perché l’esperienza è l’unica fonte della conoscenza e perché dell’esperienza è parte importantissima la scienza, da un lato; mentre dall’altro la filosofia anticipa spesso, con le sue intuizioni, le scoperte della scienza. È avvenuto per esempio con la negazione della materia di Berkeley, poi confermata da Einstein; con l’affermazione del divenire di Hegel, poi sfociato nell’evoluzionismo («Senza Hegel non ci sarebbe Darwin», dice Nietzsche), e avviene con la volontà di potenza come descrizione dei fenomeni che nega l’ordine causale, come fa oggi la scienza; per non parlare della concezione eliocentrica prefigurata dai pitagorici nell’antichità e delle anticipazioni di Bruno rispetto a Galilei e agli etologi odierni. Ma dire che scienza e filosofia sono complementari è dire che sono diverse. Ed è per tale loro diversità che, dall’Ottocento in poi, i cultori dell’una si azzuffano con i cultori dell’altra (prima avevano proceduto di pari passo). Ciò è disdicevole, ma si spiega con la differenziazione delle competenze, e quindi degli affetti che fatalmente vi ineriscono. Ma perché scienza e filosofia sono diverse? Detto nel modo più semplice: perché l’una si occupa dell’oggetto, l’altra del soggetto. Risultato: fisica e metafisica. Ma non solo il soggetto, «colui che tutto conosce e da nessuno è conosciuto», come dice Schopenhauer, è un mistero, bensì anche l’oggetto, che la scienza conosce sempre con approssimazione. […] la realtà, in sé inconoscibile, ci si presenta come effettualità, e quelli che noi chiamiamo oggetti sono semplicemente i loro effetti, còlti nello spazio e nel tempo secondo la legge di causalità. Niente può illustrare meglio la differenza di ciò che capitò a Einstein quando concepì la relatività generale. […]

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4 commenti

Carlo

“la volontà di potenza come descrizione dei fenomeni che nega l’ordine causale…” mah, non direi proprio. Mi sembra un’interpretazione estrema della Meccanica Quantistica e forse neppure troppo in accordo con le idee di Nietzsche.

Articolo interessante, comunque…

Franx

il più grosso errore contrapporre i più grandi prodotti dell’umanità,cmq sia non genralizzerei,io studio filosofia ma ho un grande rispetto ed interesse per la scienza,che nonè perfetta,ma pur sempre desiderabile.
Inoltre hegel non lo considererei il padre spirituale di darwin…anzi…
Riguardo al rapporto Einstein Schopenhauer,bè non posso che esserne felice,visto che io sono un “fan” di Arthur….saluti.

Germano

Mi sembra che si esageri con le discussioni: andare a zappare ogni tanto, per non perdere il senso del concreto.

il supergay

Nietzsche non aveva capito nulla di Darwin, non aveva le competenze per farlo. Bisogna proteggere la teoria darwiniana, non banalizzarla come semplice “divenire”. Nonostante questo, a Nietzsche va il merito di essere stato un un grande analista storico, anticipando il concetto (evoluzionista) di exaptation (vedi Gould).

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