Un fascicolo aperto contro ignoti. Le minacce apparse su alcuni siti riconducibili ad organizzazioni terroristiche rivolte al Papa, alla Santa Sede e alla città di Roma hanno spinto gli inquirenti della procura romana ad aprire un’inchiesta. Il capo del pool antiterrorismo della capitale, Franco Ionta, ha già incaricato Digos e carabinieri di monitorare i siti in questione per cercare di risalire ai responsabili delle minacce pubblicate in rete dopo il discorso pronunciato dal pontefice lo scorso 12 settembre a Ratisbona.Sono tre le ipotesi di reato: istigazione a delinquere, strage e attentato contro un capo di Stato. Non potendo procedere contro le centinaia di persone che hanno manifestato nel mondo islamico le ostilità al Pontefice, la procura ha circoscritto il raggio delle indagini alle pubblicazioni apparse online. “C’è la possibilità – spiega la procura – che una cellula dormiente in Italia legga quelle affermazioni e si metta in movimento e in azione” […] L’articolo 276 del codice penale (attentato contro il presidente della Repubblica) è stato invece ipotizzato alla luce del concordato tra Stato e Chiesa del 1929 che estende la tutela penale del capo dello Stato al Pontefice. […] Il reato di strage, infine, è stato configurato per l’avvertimento “spezzeremo la croce”, metafora che potrebbe significare abbattere la cristianità e, quindi, il Vaticano.
Minacce al Papa sui siti islamici, la Procura di Roma apre un fascicolo
2 commenti
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Se le minacce sono quelle di AlQuaeda possiamo stare tranquilli. Si tratta dell’agenzia di Bush preposta a giustificare le scelleratezze del governo americano nel mondo.
Io dico, ma perche’ spendere tempo,soldi (nostri) ed energie, per stupidaggini del genere, se anche li trovano come faranno ad estradarli?