A quasi 84 anni, uno come lui che ha il «comunismo negli ormoni» non ha smesso di sognare la rivoluzione. In un mondo in cui «non c’è democrazia» e tutto è in mano ai Poteri Forti che condizionano la vita partendo dalle grandi scelte etiche per finire ai particolari estetici del look, José Saramago mostra, sorridendo ma non troppo, un simbolo della sua protesta: la cravatta. «Qualcuno dice che vesto sempre in modo troppo formale. Bene, continuare a indossare questa, oggi, è un’affermazione personale, un modo per rivendicare la libertà di scelta». Invitato dal Premio Grinzane, stasera a Palazzo Reale terrà una lezione magistrale su «Difesa ed elogio di Cassandra», nella quale disegnerà i contorni d’un incubo planetario sul degrado umano, sulle violenze, sui soprusi in una «società che preferisce non confrontarsi con la durezza dei fatti e baloccarsi con le futilità». […] Diritti umani estesi a ogni cittadino del pianeta: suona, purtroppo, come un’utopia, quasi uno di quei suoi libri che ruotano sul «senso dell’impossibile». Nel mondo della cecità e dell’egoismo che ha appena disegnato quale può essere il ruolo della religione? «Nessuno. Il teologo tedesco Hans Küng – non io, ateo – ha scritto che le religioni non sono fatte per avvicinare gli uomini. Chi ha fede si rifugia in esse cercando una risposta alla paura della morte. Inventa la trascendenza per accettare l’ineluttabilità che, una volta chiusi gli occhi, non ci sia più nulla. Un astrofisico ha scritto una frase che mi sembra perfetta: “l’idrogeno è un gas leggero e inodore che, con un tempo sufficiente, si trasforma in un essere umano”. La gente non vuol rassegnarsi a essere un pizzico di gas. Smanie d’eternità. A me questa parola, eternità, fa paura: ma si può immaginare di stare per sempre a osservare il volto di Dio? E, poi, appunto, un mondo senza religione sarebbe certo più pacifico». Pensa alle polemiche dopo le parole pronunciate da Benedetto XVI a Ratisbona? «I fatti. Il Papa ha fatto un discorso che qualcuno, certo, ha scritto. Se è stata opera di collaboratore e lui non l’ha letto, si è dimostrato imprudente. Se lo ha letto e non ha colto quel passaggio, ancora peggio. Adesso si dice che la frase contestata si riferiva a cose accadute nel XIV secolo: personalmente credo che dovrebbero importare di più quelle che accadono nel XXI». […]
L’intervista di Renato Rizzo a José Saramago è stata pubblicata sul sito della Stampa
Grande Saramago,
invito tutti a leggere i suoi libri, sono una grande lezione di coerenza e onesta’. Altro che Oriana Fallaci.
ciao
Scusa Carlo, dov’è che la Fallaci non è stata nè coerente nè onesta ?
beh un tempo era laica quanto Ferrara… poi le sirene dei ciellini e del Vaticano hanno avuto il sopravvento. O forse è l’età che porta la paura della morte e la speranza nell’eternità. O di distruggere gli islamici.
Coerente magari, ma onesta… Lasciamo perdere. Ho gia’ ricordato che scrisse delle “terribili” razzie fatte dagli arabi sulle nostre coste, senza ricordare che quei bravi ragazzi delle repubbliche marinare facevano altrettanto. (Amalfi fu completamente distrutta dai pisani, non dagli arabi) Non solo, andavano pure a catturare gli schiavi nei balcani per venderli ai musulmani… Secondo me citare un fatto senza metterlo nel contesto e’ disonesta’ intellettuale pura e semplice.
Inoltre Saramago scrive dei libri degni di questo nome, non delle sbrodolate ripetitive e noiose come quelle della Fallaci. Magari si puo’ dissentire dalle sue opinioni, ma la scrittura e’ avvincente e di qualita’. Cosa che non mi sento di dire dei libri della Fallaci.
solo un’opinione personale ovviamente
ciao
Caro Carlo, se ci mettiamo a rinfacciare le reciproche……scorretteze scambiate con gli islamici nel corso dei secoli, possiamo andare avanti per mesi, ma veniamo alla Fallaci e ai giorni nostri, se noi “occidentali” continuiamo a chiedere scusa per ogni pisciatina che infastidisce i cari figli di Allah e non battiamo ciglio quando loro ammazzano la nostra gente che fa solo del bene o incendiano le chiese, vedo un futuro molto nero. E una sola cosa mi consola che avendo quasi passato la terza età, sicuramente non ne vedrò molto. Mi preoccupo per i giovani che invece il problema se lo troveranno tutto intero e senza sconti.
ciao
Caro Francesco,
sono d’accordo con te che l’islam, non essendo stato moderato dall’illuminismo, sia ora una religione pericolosa e intollerante (come fu ed e’ ancora il cristianesimo). Tuttavia trovo come gia’ detto la Fallaci disonesta perche’ non contestualizza i problemi, inducendoci a credere che l’islam abbia sempre cercato di distruggerci per pura cattiveria, quasi genetica.
Se uno cita un fatto storico, come fa spesso la Fallaci nel suo libro, deve spiegare quale era il clima generale dell’epoca.
Procedendo come la nostra defunta e illustre giornalista si puo’ dimostrare che ogni civilta’ del passato, dai greci ai vichinghi, sia stata mostruosa e malvagia. Non penso che questo aiuti a ragionare su quanto accade oggi.
Saluti
Carlo
Bravo Francesco, condivido il tuo commento e mi permetto di criticare chi sogna ancora il comunismo, altra religione che promette il paradiso terrestre al posto di quello celeste.
La Fallaci ha voluto metterci in allerta, l’ antiamericana sinistra europea orfana del comunismo e amica dei nemici dell’ occidente ci porterà a perdere i valori liberali e dritto dritto verso una cruenta civiltà dogmatica, dominata da culture fantico-religiose.
José Saramago è un uomo che ha a cuore le sorti dei suoi simili, che affronta con coraggio e determinazione ed anche con un briciolo di disincanto e polemica le problematiche dei nostri tempi. La sua argomentazione è razionale e prudente, lo stile quello dei suoi romanzi più avvincenti (Cecità, Una terra chiamata Alentejo, La zattera di pietra etc.), la sua generosità e la disponibilità verso il prossimo si manifestano nel suo impegno intellettuale, come dimostrano il suo interesse per le questioni scientifiche (è presidente onorario dell’associazione Luca Coscioni) e il meraviglioso valore dellla sua vasta opera letteraria. Questo solo dovrebbe bastare a rendere gradito il suo messaggio rivolto all’uomo affinchè scopra il sacro e il divino in sé e nella natura, non in un dio personale e trascendente.
Quanto ai commentatori precedenti vorrei invitarli a rientrare nell’argomento principale, cioè commentare le parole di Saramago, invece di perdersi in polemiche sul nulla che tirano in ballo personaggi insipidi che per fortuna loro e nostra non sono più tra noi.
saramago è un grande scrittore e un grande pensatore, mentre la fallaci solo una lecca culo del papa e del potere cattolico, che non si rendeva conto che non solo l’islam ma tutte le religioni sono un grave pericolo per il mondo
Saramago è l’ennesima dimostrazione di quanto l’intelligenza sia meravigliosamente “semplice”: altro che leggi natural-divine, dogmi, e fondamenti essenziali, esiste una sobrietà nel valore (inteso come preziosità) della nostra evoluzione intellettuale che va difeso, soprattutto dagli abbaiatori che vorrebbero ricacciarlo indietro.
Ciao Mauro,
scusami per il commento iniziale un po’ fuori tema, non l’ho fatto apposta, mi e’ venuto naturale pensando alle notizie di questi giorni.
Comunque il commento di Saramago e’ perfetto. Sono completamente d’accordo, pochi si rassegnano a morire e hanno (forse abbiamo) bisogno dell’immortalita’. Tra l’altro su questo tema invito a leggere “Le intermittenze della morte” di Jose’ Saramago. Essere solo un intervallo fra due nulla e’ inquietante, ma d’altra parte, a mio avviso, la consapevolezza della proria finitezza e’ il miglior antidoto contro i fanatismi di ogni genere.
Saluti
Caro Carlo,
comprendo perfettamente le tue ragioni, e so anche quanto le tue parole siano condivisibili, ma ritengo altresì doveroso non dare molta importanza a chi contribuisce solo a infestare l’aria con slogan di cui non si avverte la necessità e – cosa ancora più inquietante – passa per raffinato intellettuale.
Credo anch’io che la consapevolezza della propria finitezza sia il miglior antidoto contro i fanatismi e ritengo che Saramago abbia fatto propri (non so se per conoscenza diretta dei problemi oppure per intelligenza) i risultati del principio di indeterminazione di Werner Heisenberg e del teorema dell’incompletezza di Kurt Godel che escludono l’esistenza di verità assolute, senza far venir meno però la portata universale delle leggi scientifiche.
Non solo la consapevolezza della propria finitezza, ma anche l’imperfezione umana, credo che siano due componenti di cui l’uomo possa andar fiero: se l’uomo fosse perfetto non ci sarebbe evoluzione e semplicemente sarebbe finita per lui. L’imperfezione è la vera molla dell’evoluzione darwiniana!
Saluti
>
Questa frase è meravigliosa!