La fede, la scienza, la politica. Quando l’uomo parla per Dio

TEOLOGIA CRITICA

Bisogna sempre leggere quello che scrive Hans Kung. Non solo perché è uno dei più grandi teologi e filosofi del mondo, ma anche perché è un uomo che ha sempre avuto il coraggio di sostenere le sue tesi anche a costo di perdere molto come la benedizione della Santa Sede e l’amicizia di un futuro Papa. Quindi ecco questo manualetto dal titolo L’inizio di tutte le cose (tr. it. V. Rossi, Rizzoli, 18) che prende a pretesto la grande polemica degli ultimi tempi sulla teoria evoluzionistica di Darwin messa addirittura sotto accusa in certi programmi scolastici. Visto che ci sono momenti in cui il pensiero dell’uomo sembra essersi impantanato in diatribe che si credevano scomparse, ben venga questo libricino che ripercorre secoli di filosofia e decenni di pensiero scientifico e teologico con un’agilità da grande divulgatore per arrivare a ridefinire i ruoli e gli ambiti che scienza e fede – con le visioni del mondo che intessono – dovrebbero tenere. Le conclusioni sono così sensate da far tirare un sospiro di sollievo sulle capacità filosofiche degli uomini. […]

LA FINE

Ci sono teorie radicali che sembrano maturare per sfinimento e che corrono il rischio di sconfinare nell’intolleranza che vorrebbero invece combattere. E’ il caso di un libro controverso che ha suscitato negli Usa e in Gran Bretagna un certo dibattito poiché è stato best seller per svariate settimane. Si intitola La fine della fede (tr. it. M. Gurioli, Nuovi Mondi Media, 18,50) di Sam Harris. Fondamentalismo religioso, dogmatismo, terrorismo, violenza, libri più saccri della vita delle persone, tolleranza ipocrita delle fedi altrui, pulsioni biologiche ataviche travestite da misticismo, schiavitù sotto forma di regola dettata da Dio. Insomma l’autore si pone la domanda che nei momenti più bui in molti si pongono: ma non sarebbe meglio che le religioni non esistessero? E argomenta le sue conclusioni tracciando anche una profezia piuttosto convincente su dove potrebbe finire l’umanità a forza di fanatismi. Il problema è, gli direbbe sicuramente lo stesso Kung citato all’inzio, che lo spirito religioso fa parte dell’uomo e non è mai venuto meno. Quindi polemizzare con la realtà è un dibattito, per quanto stimolante, piuttosto inutile.

LA BUONA NOVELLA

A volte basta un solo uomo per cambiare la storia. Un profeta, un messaggero, un maestro, un guaritore, un portatore di speranza, un giusto assassinato dal potere che cerca di mettere in discussione. A volte da uomini così nascono religioni che poi crescono innalzandosi così tanto da far dimenticare come tutto è cominciato e chi era l’uomo che dava speranza agli altri, che parlava d’amore e di giustizia e che, forse, mai si era sognato di fondare nessuna religione. Visto che ogni laico che rispetti ha in grandissima considerazione la figurà di Gesù pur lasciando a se stesso ogni idea sulla sua morte e resurrezione, ecco racchiuse in un unico libro tutte le domande (e, come si ammette nella prefazione, le poche risposte) su Gesù. Le domande sono di Corrado Augias, le risposte del biblista Mauro Pesce. Le domande sono tutte quelle che ognuno di noi vorrebbe fare a Gesù o a un testimone diretto delle sue parole: chi era, come viveva, faceva davvero miracoli, a chi parlava, perché fu ucciso e da chi. Si intitola Inchiesta su Gesù (Mondadori, 17).

Fonte: Repubblica.it 

Un commento

Giuseppe Murante

Il libro di Harris l’ho letto. Si guarda bene dal negare lo “spirito religioso” dell’uomo; Harris attacca le religioni monoteiste organizzate, ed anzi nell’ultima parte del libro caldeggia un approccio spiritualista a mio avviso piuttosto estremo, basato sostanzialmente sulla filosofia buddista.

Identificare lo “spirito religioso”, o meglio la spiritualita’, con le religioni teiste organizzate e la loro caratteristica forma di fede acritica e’ un approccio tipico di chi segue tali religioni.

Anche il discorso sulla “buona novella” non e’ a mio avviso cosi’ scontato come viene messo giu’ qui.
A parte il problema della storicita’ di Gesu’ nazareno, della quale non e’ che ci siano poi tutte queste prove incontrovertibili (..le stesse che altri appartenenti alla stessa chiesa ci chiedono per l’evoluzionismo, se posso permettermi..) e’ comunque indubbio che la religione cristiana si affermo’ grazie alla concomitanza di un certo numero di condizioni storiche, senza le quali, Gesu’ o meno, sarebbe rimasta una delle tante sette del periodo. Senza contare che, almeno per quanto riguarda la chiesa, se proprio si deve identificare una figura fondante, questa non e’ quella di Gesu’, che e’ l'”oggetto” del culto, ma quella di Paolo di Tarso! Volendo proprio dare credito, si intenda, al mito dell’uomo solo che cambia la storia, sul quale personalmente nutro moltissimi dubbi.

Commenti chiusi.