“Pregate per me”, il ‘call center’ della fede

E’ già stata ribattezzata “call center della fede”. E’ la singolare iniziativa della basilica di Santa Anastasia al Palatino, nella capitale. Il rettore don Alberto Pacini, ha cercato concretamente di aiutare quei fedeli che non riescono a trovare il tempo di raccogliersi in preghiera, a causa dei ritmi frenetici della vita moderna. “Ci sono tante persone che sono impossibilitate, per serie ragioni, a venire in chiesa per pregare e ce ne sono altrettante che hanno bisogno di aiuto o di un semplice conforto – spiega padre Gregorio, aiutante del rettore e attivo telefonista del “call center” – Il nostro servizio è rivolto a tutta questa gente”. Al “call center della fede” ci si può rivolgere tutti i giorni della settimana. Domeniche incluse. Il cittadino telefona alla basilica, lancia il suo sos e un gruppo di preghiera si mette al “lavoro” per chiedere l’intercessione del Signore. “Il gruppo di preghiera è composto da almeno 186 persone che riescono a coprire l’arco dell’intera settimana durante la quale arrivano le telefonate di aiuto”, spiega ancora il padre-telefonista. Il mercoledì, poi, dalle 21 alle 23, componendo il numero della basilica si attiva una segreteria telefonica sulla quale si può registrare il proprio messaggio con la richiesta di preghiera. […] Un servizio collaudato nel tempo grazie alla intraprendenza del padre rettore che non ha lasciato nulla al caso. “Don Alberto ha pensato anche a curare l’aspetto tecnico del servizio”, spiega ancora padre Gregorio. E così ecco i turni al telefono dove, nell’arco della giornata, tra sacerdoti e laici, si suddividono in quattro o cinque. “Una volta ricevuta la telefonata con la richiesta di aiuto scatta il lavoro del gruppo di preghiera – sottolinea ancora il sacerdote – Oltre un centinaio di persone, a turno, si riuniscono nella cappelletta della basilica e si mettono a pregare. Il nostro compito è quello di ascoltare, il resto lo fa la fede”.

Fonte: Repubblica.it 

Un commento

raphael

non ho parole…..
spesso però parlando con amici o conoscenti cattolicissimi ho l’impressione che credano in un Dio stupido e sordo che “quando sarà” chiederà loro le attestazioni sacramentali come un ottuso impiegato comunale (non me ne vogliano…) e non sia invece in grado, come un essere onnipotente dovrebbe, di rivoltarli più volte come un semplice calzino

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